«Forse, ora che li hanno presi, svegliandomi al mattino potrò tornare a sorridere. Conto nella giustizia e spero che quei due siano puniti per quello che hanno fatto...
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È addolorato il papà di una delle due ragazze di 14 anni stuprate a Roma da due giovani rom. In un'intervista a Il Messaggero racconta l'inferno di questi mesi e si sfoga: «È difficile riuscire a superare tutto questo, ciò che è accaduto a mia figlia, alla sua amica e alla nostre vite. [...] Mia figlia quell'uomo l'aveva già visto più di una volta su un autobus che attraversa la Prenestina e che lei prende per raggiungere un centro commerciale. "Papà, mi faceva ascoltare delle canzoni sul bus", insomma l'aveva adocchiata».
Poi Mario Seferovic le ha chiesto l'amicizia su Facebook e ha iniziato l'avvicinamento che si è concluso con la violenza. Davanti ai tanti commenti che stanno piovendo addosso alla ragazza in questi giorni, il papà non ci sta e reagisce con forza:
«Quello che leggo in rete, sui social in queste ore mi spaventa e mi fa male. la gente è cattiva, ho letto tante cose brutte su mia figlia, ma è una ragazzina ed è rimasta vittima dell'ingenuità propria di un'adolescente».
Forse le due ragazzine sono rimaste vittime anche dell'indifferenza e dell'omertà delle persone. Racconta ancora il papà:
«Dopo la violenza, Paola e la sua amica sono state liberate e hanno aspettato l'autobus per tornare a casa. Seferovic non se n'era andato, loro piangevano e un signore che passava, si è avvicinato per chiedere se andava tutto bene. Seferovic gli ha intimato di farsi i fatti suoi e l'uomo se ne è andato. Ecco, se invece fosse rimasto? Davanti a due ragazzine provate e piangenti?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino