Roma, Ama, un dipendente su quattro assente: la raccolta rifiuti resta al palo

Ama, un dipendente su quattro assente: la raccolta resta al palo
Ancora una volta è boom di assenze, ferie, permessi e malattie all’Ama. Con l’azienda che nelle ultime settimane si ritrova anche con circa 500 addetti in meno...

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Ancora una volta è boom di assenze, ferie, permessi e malattie allAma. Con l’azienda che nelle ultime settimane si ritrova anche con circa 500 addetti in meno al giorno per la raccolta dei rifiuti: operai, spazzini, autisti e meccanici. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: a Roma i cassonetti tornano a traboccare di sacchetti, cartoni e bottiglie di plastica, che spesso finiscono per strada. Una situazione che - spiegano da via Calderon de La Barca - potrebbe rientrare se fosse maggiore il numero di personale a disposizione, se si potessero utilizzare in pieno i 4mila lavoratori sui 7.200 totali destinati alle attività più operative. Invece il tasso di assenteismo oscilla tra il 25 e il 30 per cento. Spiega Sandro Russo della Cgil: «Per gestire la situazione, l’azienda sposta personale da una zona all’altra. Ma a furia di spostare personale per coprire le urgenze poi si lasciano scoperti altri servizi. Tanto il porta a porta quanto la raccolta meccanizzata dei cassonetti non sono puntuali, e quindi la raccolta manuale dei cumuli è tornata a crescere, con conseguenze anche per la salute degli operatori stessi». Ieri mattina le strade erano sporche soprattutto nei quadranti Nord ed Est della Capitale: Cassia, Salario, Fleming Balduina Monte Sacro, Rustica, ma anche alcune parti di Prati. Questo nonostante in città molti addetti degli uffici siano ancora in smart working e i turisti presenti in città non superino qualche migliaia.


Ma dietro questa situazione sono vari i motivi che riportano Roma pericolosamente verso l’emergenza. Molti sono ormai strutturali: circa il 30 per cento dei camion è in manutenzione (e i nuovi compattatori Csl fanno fatica a raccogliere i materiali nei cassonetti sotto i 240 litri, con ritardi soprattutto nello smaltimento dell’indifferenziato), mentre in questi giorni la discarica di Mad di Rocca Secca ha ridotto i conferimenti da Roma di circa 200 tonnellate a settimana. E la situazione non rientrerà prima di 10 giorni. Ma mai come in questa fase si sente il peso dei pochi addetti a disposizione, in una realtà che dall’inizio dell’anno ha visto uscire 200 lavoratori con Quota 100: da quanto trapela da via Calderon de La Barca ne mancano circa 500 al giorno in questo periodo, mentre a giugno si erano intorno al 370 unità tra gli assenti tra addetti alla raccolta, allo spazzamento e alle officine. I quali - complici anche le disposizioni dei Dpcm per gestire il Covid che incentivano lo smaltimento di questi strumenti - non si presentano a lavoro perché sono in malattia, in permessi legati a motivi familiari e ferie. Stando ai report interni, le zone dove servono più operai sono San Giovanni, Colosseo e Trastevere in Centro e la Cassia e Saxa Rubra a Nord.

 

Se non bastasse - da quando la municipalizzata dei rifiuti ha “internalizzato” la raccolta delle Und, dei rifiuti porta a porta di bar, negozi e ristoranti nei Municipi I, III, XIV e XV un tempo gestita da Multiservizi - quasi 300 addetti sono stati spostati dai servizi ordinari a queste attività. Al riguardo martedì ci sarà un nuovo incontro in Comune sul futuro bando per le utenze non domestiche, con i sindacati sul piede di guerra anche per la condizione dei mezzi, sporco e rischiosi per i dipendenti. Anche per questo l’amministratore unico Stefano Zaghis preme sul suo azionista, il Campidoglio, perché autorizzi - una risposta dove già arrivare entro il 30 giugno - per il reclutamento di 425 operai. Intanto Ama si dice pronta a presentare una denuncia contro gli ignoti, dopo che si sono susseguiti i casi di cittadini - molto probabilmente “svuota cantine” abusivi - che lasciano rifiuti ingombranti in una zona sempre più preda del degrado come il Gianicolo.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino