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Esce di casa in ciabatte e dà fuoco alle auto parcheggiate, scooter e cassonetti. Il piromane in pantofole ha danneggiato una serie di auto nel quartiere dell'Esquilino incendiando veicoli e cassonetti tra Piazza Manfredo Fanti, via Carlo Cattaneo e Via Filippo Turati. Ad incastrarlo le immagini delle telecamere: l'uomo è stato identificato proprio per il dettaglio bizzarro delle ciabatte ai piedi.
I Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Dante hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un cittadino del Togo di 26 anni, già colpito da un decreto di espulsione dal territorio nazionale, per il reato di incendio doloso. A seguito di un’accurata indagine, i Carabinieri hanno raccolto numerosi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo, in ordine alla commissione di tre incendi, tutti di natura dolosa, appiccati nella notte tra il 16 e il 17 ottobre scorso, in Piazza Manfredo Fanti, via Carlo Cattaneo e Via Filippo Turati, rispettivamente ad alcune masserizie collocate lungo una facciata di un condominio, un’autovettura, uno scooter e, infine, ad alcuni cassonetti dell’immondizia.
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Analizzando le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, i Carabinieri hanno notato distintamente un uomo giungere a piedi e appiccare le fiamme al predetto cumulo di masserizie e poi dirigersi verso i luoghi in cui, poco dopo, si sprigionavano gli altri due incendi.
La vera svolta nelle indagini è avvenuta quando i Carabinieri, il successivo martedì 19 ottobre, sono intervenuti in Piazza Manfredo Fanti, per un “danneggiamento seriale” su ben nove autovetture, a cui era stato infranto il lunotto posteriore mediante l’utilizzo di una “mazza”, ad opera di un uomo la cui descrizione era perfettamente sovrapponibile all’autore degli incendi. Poco dopo, i Carabinieri hanno rintracciato il 26enne, riconosciuto grazie all’inconfondibile particolare delle calzature indossate, ovvero un paio di ciabatte con striscia nera e fibbia riflettente, lo hanno perquisito e trovato in possesso di un accendino che è stato sequestrato.
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L’uomo è stato associato presso il carcere di Rebibbia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, ove, dopo la convalida del fermo eseguito d’iniziativa dai Carabinieri, è rimasto ristretto.
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Il Mattino