«Ho gli incubi, immagino mio padre abbandonato, senza più dignità, dimenticato nel deposito della camera mortuaria del cimitero Prima Porta». È da...
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La famiglia non naviga in buone acque e la moglie, anche lei indigente, chiede aiuto al Comune. «Dopotutto era un diritto di papà» sottolinea Federica che si fa inviare dai servizi sociali del Comune l’attestazione sullo stato di indigenza. «La richiesta di cremazione è firmata dalla moglie del defunto, ho consegnato la documentazione il 5 agosto» spiega Vittorio Pavoncello della Gan Eden. Pavoncello e Federica pensavano che in breve avrebbero ricevuto una risposta sulla data di cremazione. Ma non è stato così. «Ogni giorno aspetto con ansia che squilli il telefono e mi dicano che finalmente questa orribile storia sia finita». La risposta non arriva. «Non auguro a nessuno di vivere un dolore simile: non so quale sia il problema e pretendo di conoscerlo». Pavoncello spiega: «Secondo la delibera di giunta del Campidoglio del 25 giugno 2010 è assicurata la gratuità del servizio di inumazione e di cremazione nel caso di salme di persone indigenti o appartenenti a famiglie bisognose attraverso un’attestazione resa dai servizi sociali del Comune di Roma». L’Ama fa sapere: «Aspettiamo il via libera dal Comune». E aggiunge: «La tempistica delle cremazioni rispetta lo standard previsto dal Contratto di Servizio».
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La famiglia chiede solo di sapere quale sia il motivo del ritardo, devono pagare o no? Quale è il problema? Federica non naviga nell’oro e con difficoltà ha sostenuto le spese del funerale: «Vivo con il reddito di cittadinanza e non ho un abitazione, nonostante fosse un diritto di mio padre avere il cosiddetto “funerale dignitoso” totalmente gratuito, mi sono rifiutata di saperlo sotto terra in mezzo ai senzatetto, allora con l’aiuto di alcune persone e la vendita di anellini d’oro sono riuscita a pagare un funerale decente anche grazie a Pavoncello che ha capito la situazione». E aspetta da quasi due mesi che qualcuno comunichi chiaramente quale sia il motivo di tanto scempio. «Il dolore di mia madre è indescrivibile, ha 89 anni, si sta consumando sapendo che il marito con cui è stata sposata per 64 anni è depositato lì, da solo, come un pacco». Pavoncello ha scritto più volte al Campidoglio: «Ho una risposta del 28 agosto dal gabinetto del sindaco». «La sua segnalazione è stata inoltrata alla Direzione dei Cimiteri Capitolini» si legge. «Né io, né la famiglia sappiamo quando il signor Forte verrà cremato» aggiunge Pavoncello. L’ultimo dubbio di Federica: «E se seppelliscono papà senza farci sapere nulla?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino