Il call center della droga, con quartier generale a San Basilio, era organizzato nei dettagli: linguaggio criptico per gli ordini al telefono e un esercito di pony express...
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Roma, droga consegnata a domicilio: il "call center" della cocaina gestito da Pirino, il killer di Sacchi
L’organizzazione era in grado di soddisfare, senza soluzione di continuità, dalle 30 alle 50 cessioni quotidiane nei giorni feriali, per arrivare anche a 80 nei giorni festivi e prefestivi. Nonostante il gruppo trattasse la vendita di piccole quantità di cocaina – nel gergo criptico “un amico” indicava una dose e “una mano” indicava l'acquisto di 5 grammi – il guadagno medio era di circa 15mila euro a settimana. Per minimizzare i rischi, il “corriere” portava con sé una o poche dosi da recapitare e tornava a rifornirsi per le successive consegne. Il sistema ideato ha consentito ai 3 giovani finiti in carcere di «ritagliarsi uno spazio operativo di tutto rispetto (atteso il giro di clienti ed il “fatturato” della impresa delinquenziale messa in opera) in un contesto già a fortissima presenza criminale di gruppi agguerriti e con superiore caratura malavitosa come il quartiere romano di San Basilio”, sottolinea il gip.
Nel corso delle indagini, Pirino si è reso protagonista di un tentativo di investimento di due militari delle Fiamme Gialle che gli avevano intimato l’alt per un controllo: alla guida della sua auto, invece di fermarsi, accelerava tentando di travolgere i due Finanzieri prima di dileguarsi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino