Lei ha presentato una denuncia, perché qualcuno avrebbe girato le sue foto, private, a terzi sconosciuti. Il Comando generale del carabinieri ha avviato accertamenti -...
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Sesso sul bus davanti ai passeggeri dopo la notte in disco a Roma: 2 giovani denunciati
LE CHAT
Le immagini hanno cominciato a circolare via whatsapp nei giorni scorsi e piano piano la voce si è sparsa finché, ieri, sono finite anche su internet. Alle immagini più discinte sono mischiati alcuni scatti della donna, anche in divisa, sottratti al suo profilo Facebook. La giovane ed avvenente carabiniera si è difesa sostenendo di non essere stata lei a far circolare le immagini. E difende anche l'amica con la quale ha scattato alcune immagini: «E' un'amica conosciuta in palestra, non mi risulta che abbia attività poco chiare, abbiamo fatto quelle foto nell'ambito di uno scherzo tra noi». Anche le foto del suo profilo internet, dice, sono finite nelle chat telefoniche senza che lei lo volesse.
LE VERIFICHE
Non senza imbarazzo, il comando generale dei Carabinieri sta verificando ogni cosa e non esclude nessuna pista, neppure quella secondo la quale la giovane graduata sarebbe collegata a giri poco chiari. Di certo, anche ammesso che sia stata lei a diffondere gli scatti, la cosa è ampiamente sfuggita al suo controllo. In alcuni gruppi digitali, sarebbe finito anche il suo stato di servizio, probabilmente immesso da qualcuno che voleva diffondere ogni dettaglio che la riguardasse. Non mancano, poi, montaggi degli scatti con sottofondi sonori di vario genere e voci femminili che nulla hanno a che fare con quella della diretta interessata.
IL PRECEDENTE
Torna alla memoria, quindi, il caso di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana suicidatasi due anni fa dopo che un video erotico che la vedeva protagonista (e che lei stessa aveva inizialmente girato ad un amico) era diventato virale collezionando migliaia di condivisioni in chat. Cantone aveva ingaggiato anche una battaglia legale per il diritto all'oblio. Poco prima che morisse, il suo avvocato, Roberta Foglia Manzillo, aveva ottenuto dal tribunale di Napoli Nord un provvedimento d'urgenza, ex articolo 700, con il quale si intimava a un social network di rimuovere post, commenti e contenuti multimediali relativi alla donna. Ma il danno ormai era stato consumato: malgrado lei avesse anche avviato le procedure per il cambio di cognome, la diffusione capillare delle immagini era divenuta una ferita troppo profonda. Proprio avendo ben presenti questi fatti, l'Arma - seppur imbarazzata- ha deciso di non sospendere la donna finché tutta la vicenda non sarà chiarita.
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Il Mattino