«Fuori i tuoi figli ebrei dal mio negozio»: commerciante a processo per ingiurie razziste

Il negoziante è accusato di ingiurie aggravate da odio razziale e lesioni.
A pronunciare le parole cariche di odio razziale sarebbe stato Leonardo Rabolini, titolare della Coin in viale Regina Margherita, a Roma. ...

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A pronunciare le parole cariche di odio razziale sarebbe stato Leonardo Rabolini, titolare della Coin in viale Regina Margherita, a Roma.


Bersaglio del commerciante di 29 anni, imputato d'ingiuria aggravata da odio razziale e lesioni, è stata la titolare dell'attività adiacente, Emma Veneziano, di religione ebraica.

Il processo, rinviato a settembre, vuole capire come si sono svolti i fatti del 31 luglio 2014.

Secondo quanto ricostruito, quel pomeriggio la signora Veneziano sarebbe stata avvicinata, mentre chiudeva la saracinesca del proprio negozio, da Rabolini, che l'avrebbe attaccata dicendo: «Non fare entrare i tuoi figli ebrei nel mio negozio». La donna, dopo un attimo di stupore - non aveva mai avuto screzi col ragazzo -, avrebbe chiesto spiegazioni, per sentirsi rispondere: «Ebrei, meritate di stare nei forni crematori».

Sconvolta e decisa a non replicare, la signora Veneziano avrebbe provato ad allontanarsi velocemente, ma Rabolini, dopo aver attaccato nuovamente la donna - «Siete la causa della morte di tanti palestinesi uccisi» -, l'avrebbe colpita alla gamba con un calcio. A questo punto, alcuni passanti sono intervenuti per bloccare il giovane.

Secondo la difesa, Rabolini potrebbe essere stato contagiato dal clima teso creato dall'operazione militare israeliana «Margine di protezione», svoltasi ai tempi dei fatti e che ha portato numerose morti, soprattutto tra i bambini palestinesi.

Il commerciante nega di aver pronunciato quelle frasi e un testimone della difesa membro della Comunità ebraica, ha dichiarato di essersi recato in Israele con l'imputato, che non avrebbe mai manifestato alcun tipo di intolleranza nei confronti degli ebrei. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino