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Far West a Tor Marancia. Un commando di almeno tre o quattro persone venerdì sera intorno alle sette e venti, si è presentato in via Giuseppe Cerbara, ha suonato al portone della casa dell’ex custode della scuola elementare Raimondi e non appena il figlio di questi ha aperto, ha fatto fuoco. Più colpi, almeno sei quelli ascoltati in zona dai residenti, uno dei quali è andato a segno colpendo al piede sinistro Giuliano P., 39 anni, alcuni precedenti di polizia per droga, formalmente disoccupato, sostenuto da una piccola pensione.
L’uomo trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio non è in pericolo di vita. Ai poliziotti delle Volanti e del Commissariato di Tor Carbone, che stanno indagando sul tentato omicidio, ha raccontato sulle prime di non conoscere chi gli ha sprarato. Ha solo detto di essersi «trovato davanti quegli individui, almeno tre o quattro» e di «non avere avuto il tempo di reagire dopo avere aperto loro il cancello».
Una versione comunque tutta da verificare per gli agenti della dottoressa Laura Petrone nei confronti dei quali, almeno per il momento, il trentanovenne avrebbe mostrato una certa reticenza. Sarà riascoltato. Sul posto, durante il sopralluogo, la polizia Scientifica ha rinvenuto tre bossoli, da capire se i colpi siano stati esplosi da una o più armi, saranno i rilievi balistici a determinarlo.
Nel frattempo, gli investigatori stanno verificando le immagini registrate da alcune telecamere di zona per capire chi possa avere fatto irruzione nel cortile dell’istituto scolastico che ha l’ingresso principale su via Tommaso Odescalchi. L’edificio pubblico, come gran parte delle scuole romane, purtroppo è sprovvisto dell’impianto di videosorveglianza.
Ma qual è il movente che ha armato il commando? La polizia non esclude alcuna pista, da quella di un regolamento di conti legato al mondo degli stupefacenti, a quella riconducibile piuttosto a questioni personali, di tipo passionale. Potrebbe esserci, infatti, una donna al centro della contesa, una vicenda per cui in passato erano state presentate delle denunce.
Forse chi ha agito voleva lanciare un avvertimento, dare una lezione al 39enne, un raid che però sarebbe sfuggito di mano per la sua reazione. Gli accertamenti della polizia sono in corso. Sotto choc il quartiere. «Ho sentito le sirene della polizia e dell’ambulanza, ma prima il rumore di almeno sei colpi di pistola esplosi. Ci siamo spaventati e ho detto a mia moglie di non uscire di casa», racconta Piero, che abita nella vicina via Valeria Rufina. «Con quel ragazzo andavo a scuola - dice un altro residente - ora c’è il fratello in casa. So che ha avuto problemi in passato, mai avrei pensato a una cosa del genere».
Di sicuro, Giuliano P.
Il Mattino