Una cellula qaedista attiva sul web specializzata nella formazione del «terrorista fai da te». È quella che hanno smantellato i carabinieri del Ros nell'ambito...
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In manette sono finiti il tunisino Ahmed Masseoudi, di 29 anni, e il marocchino Abderrahim El Khalfi (37), il primo residente in passato con la famiglia a Guidonia Montecelio, alle porte di Roma (il padre ha prestato servizio all'ambasciata tunisina) e l'altro nella capitale. Il terzo indagato, già detenuto in Marocco per reati di terrorismo, è il marocchino Mohammed Majene, di 27 anni. Sono tutti accusati di associazione con finalità di terrorismo internazionale.
I carabinieri sostengono che la cellula terroristica «si proponeva anche la pianificazione ed esecuzione di atti terroristici in Italia e in Nord Africa» (nel 2012 è stato sventato un attentato al Mawazine Festival di Rabat), anche se il gip di Roma, nell'ordinanza di custodia cautelare, precisa che allo stato «non è emerso» che i membri dell'associazione «abbiano progettato, o espresso l'intenzione, di compiere un attentato terroristico, in Italia o in altri Paesi». Ma ciò solo perchè questa possibilità «non è stata ancora presa in considerazione»: un'eventualità che il giudice ritiene molto probabile, perchè i membri dell'associazione sono risultati «alacremente impegnati in una serie di attività, collegate soprattutto alla gestione del loro forum su internet, direttamente collegate a un progetto che ha nel terrorismo il suo principale strumento di realizzazione».
Nel mirino del Ros è finito in particolare il forum gestito dagli indagati, «i7ur». Un acronimo arabo che è tutto un programma: sta per «Ashak al-Hur», in italiano «Amanti delle vergini», «denominazione - dicono gli investigatori - fortemente simbolica, in quanto le Hur sono le vergini assegnate in Paradiso ai martiri morti in battaglia». Un forum finalizzato a «diffondere l'ideologia di al-Qaida per formare nuovi proseliti, avviandoli ad un percorso di radicalizzazione che dovrebbe concludersi con la decisione a partecipare attivamente alla jihad violenta, ad esempio arruolandosi in un'organizzazione terroristica, partendo per una delle zone di guerra, oppure compiendo autonomamente attentati nei Paesi occidentali».
È proprio quest'ultimo l'aspetto su cui si sono concentrati gli investigatori. Si tratta del fenomeno, che preoccupa molto gli uomini dell'antiterrorismo, dei cosiddetti 'lupi solitarì e dei terroristi 'homegrown'. In questo contesto, oltre a pubblicare molti numeri della rivista in inglese «Inspire», realizzata da «al-Qaida nella Penisola Arabica» proprio per promuovere la strategia terroristica dei «lupi solitari», gli organizzatori del forum facevano leva soprattutto sull'effetto provocato dagli attentati terroristici più clamorosi - fino a quelli recenti in Francia - per enfatizzare l'importanza della «jihad individuale», di cui questi attentati erano un «lodevole esempio». «Viene così riproposta la tesi - sottolineano i carabinieri del Ros - secondo cui la scelta migliore per chi vuole compiere la jihad è restare nei Paesi occidentali e compiere atti terroristici, il cui effetto è di gran lunga superiore ad eventuali azioni nei teatri di conflitto».
Riguardo ai ruoli degli arrestati, Ahmed Masseoudi amministrava e coordinava le attività del sito, mentre El Khalfi (nella cui abitazione romana sono state sequestrate alcune armi bianche, tra cui un paio di scimitarre), era «addetto a specifiche sezioni del sito, provvedendo anche alle spese di finanziamento».
Il Mattino