Immigrato ucciso, a Rosarno sale la tensione: corteo di protesta davanti al municipio

Momenti di tensione a San Ferdinando, all'indomani dell'uccisione dell'immigrato che aveva aggredito a coltellate un carabiniere. Un centinaio di migranti hanno...

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Momenti di tensione a San Ferdinando, all'indomani dell'uccisione dell'immigrato che aveva aggredito a coltellate un carabiniere. Un centinaio di migranti hanno inscenato una manifestazione di protesta. Il corteo, con in testa Bartolo Mercuri, presidente dell'associazione «Il Cenacolo» che da anni si occupa di assistenza ai migranti, ha attraversato le strade del paese fino al municipio per poi tornare alla tendopoli, che si trova a metà strada tra San Ferdinando e Rosarno. Assieme a Mercuri c'era Amadou, il fratello di Sekine, l'immigrato ucciso.

«Non siamo qui per fare la guerra o per fare casini, siamo qui per lavorare e per mangiare. I carabinieri devono venire per mettere pace e non per uccidere», ha detto un migrante del Mali, connazionale del giovane morto ieri, davanti al Municipio dove gli extracomunitari si sono radunati per protestare le condizioni in cui sono costretti a vivere nella tendopoli. «Quello che è accaduto ieri - ha aggiunto il migrante - non è giusto. E vogliamo che tutta l'Italia e tutta l'Europa lo sappiano».

«La manifestazione è pacifica. Speriamo adesso che la Procura di Palmi vada avanti e che l'indagine non venga archiviata. Quello che si chiede è una cosa giusta: sapere perché è stata uccisa questa persona», ha detto Giulia Bari, volontaria dell'organizzazione Medici per i diritti umani che da anni opera nella tendopoli di San Ferdinando. «C'è una ricostruzione ufficiale dei carabinieri - prosegue il medico - e adesso aspettiamo che le indagini facciano il loro corso. Bisognerà capire, da una parte, la dinamica del fatto e sapere, dall'altra, cosa succederà dopo. Queste persone infatti vivono costantemente situazioni di isolamento che sono indegne e sono costrette a condizioni di lavoro che non hanno registrato alcun miglioramento negli ultimi anni».

«Da parte della Prefettura di Reggio Calabria - prosegue il medico - quest'anno si è cercato di costruire una risposta attraverso un protocollo d'intesa per realizzare una nuova tendopoli e politiche di inclusione abitativa e accoglienza diffusa sul territorio. Nel tempo però troppe volte le tendopoli sono state distrutte e ricostruite per arrivare, purtroppo, a ciò che è accaduto ieri».


Sono state ulteriormente rafforzate le misure di vigilanza e sicurezza nella tendopoli. La decisione é stata presa nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino. Per oggi lo stesso prefetto Sammmartino ha convocato un'altra riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica alla quale sono stati invitati a partecipare il Presidente della Regione Calabria, il sindaco di Rosarno ed il Commissario del Comune di San Ferdinando, ente commissariato dall'ottobre del 2014. 
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Il Mattino