Russia, il mercato automobilistico sta crollando e la Cina di Xi Jinping ne approfitta

Meno di un terzo dei brand automobilistici sono ancora attivi nel mercato russo

Russia, il mercato automobilistico sta crollando e la Cina di Xi Jinping ne approfitta
Grazie all’operazione militare speciale imbastita da Vladimir Putin contro l’Ucraina, la Russia ora si trova a fare i conti con la crisi del settore automobilistico:...

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Grazie all’operazione militare speciale imbastita da Vladimir Putin contro l’Ucraina, la Russia ora si trova a fare i conti con la crisi del settore automobilistico: solo 14 marchi su 60 sopravvivono nel mercato interno del Paese.

Meno di un terzo dei brand automobilistici sono ancora attivi nel mercato russo: alcuni sono originari del Paese mentre la maggior parte è cinese.
«Oggi, solo 14 marchi su 60 (dall'inizio del 2022) sono rimasti attivi nel nostro mercato automobilistico per le auto nuove. Di questi, tre marchi sono nazionali: Lada Vesta, Gruppo Gaz e lo stabilimento automobilistico di Ulyanovsk. Il resto è cinese: Chery, Geely, Haval, Jac, Faw, Dongfeng, Changan, Exeed, Gac, Foton, Omoda», ha affermato l'Associazione russa dei concessionari di automobili.

Parole dell’associazione russa scritte in una lettera indirizzata alla controparte cinese: «A livello nazionale c’è un mix tra i nostri prodotti e quelli esteri ma possiamo dire che il 78% del mercato è cinese».
La lettera è stata «intercettata» dall’organo di stampa russo Ria Novosti.

Il Domino delle ruote

Bisogna sottolineare che il settore automobilistico non è in crisi solo per l’avvento dei partner cinesi: la supremazia asiatica nel campo delle quattro ruote è giustificata dalla sospensione delle consegne di auto da parte degli Stati Uniti, Europa ed entrambe le Coree.
Una scelta, intrapresa soprattutto dall’Occidente, per minare le finanze della Russia di Putin che ha invaso l’Ucraina di Zelensky. Per provare a porre rimedio, il Ministero dell'Industria e del Commercio russo, a sua volta, ha inserito i marchi esteri nell'elenco delle importazioni parallele: Volkswagen, Skoda, Toyota, Lexus, Nissan, BMW, Mercedes-Benz, Porsche, Lamborghini, Infiniti, Rolls-Royce, Jaguar, Land Rover, Ford, General Motors, Bugatti, Bentley, Jeep, Chrysler, Cadillac, Chevrolet, Dodge, Ferrari, Aston Martin.



Eppure, la società di trading automobilistico russa Avilón ritiene che le importazioni parallele migliorino la situazione nel mercato automobilistico russo, ma non possono risolverlo del tutto: nel 2023 il deficit di offerta continuerà, ora è più evidente nel segmento delle berline. Ricordiamo che per importazioni parallele intendiamo importazioni che si affiancano a quelle effettuate da un importatore «ufficiale», cioè territorialmente competente. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino