Russia, Putin sotto esame: il bilancio dopo i due mesi di «mobilitazione parziale»

Difficile stimare il numero reale delle persone mobilitate: i piani di coscrizione nelle regioni hanno cominciato a cambiare e a adattarsi all’andamento della guerra

Putin sotto accusa anche in Russia
Sono passati due mesi da quando Vladimir Putin ha annunciato la «mobilitazione parziale» in Russia che ha previsto il richiamo di 300mila riservisti su 25...

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Sono passati due mesi da quando Vladimir Putin ha annunciato la «mobilitazione parziale» in Russia che ha previsto il richiamo di 300mila riservisti su 25 milioni reclutabili. Ora è tempo di bilanci.

Nessun militare di leva ma solo uomini che hanno già servito nell'esercito, con esperienza di combattimento e specializzazioni in campo militare. Questi i protagonisti della mobilitazione parziale invocata da Putin.
Sì, perché se si fosse trattato di una mobilitazione generale sarebbero stati richiamati tutti gli uomini in età militare.

Bisogna sottolineare che le regioni russe hanno partecipato alla «chiamata alle armi» in modo disomogeneo: migliaia di persone sono state chiamate in servizio per errore e decine su decine di quelle mobilitate sono morte - sia durante la guerra che anche prima di partire per il fronte. In Russia dovrebbero essere state mobilitate 300mila persone, circa l'1,19% dei riservisti a disposizione, secondo il ministro della difesa Sergei Shoigu.
Un dato curioso per chi non conosce la linea del Cremlino: la maggior parte delle persone arruolate proviene dalle regioni più povere.

Eppure, secondo gli analisti militari del Conflict Intelligence Team (Cit), è difficile stimare il numero reale delle persone mobilitate: i piani di coscrizione nelle regioni hanno cominciato a cambiare e a adattarsi all’andamento della guerra. Inoltre, gli esperti del Cit hanno evidenziato come gli uffici di registrazione e arruolamento militare russi non fossero preparati alle attività di mobilitazione: «All’inizio non si è tenuto conto del fatto che mancavano le strutture militari per la mobilitazione parziale e che il quadro normativo-legale non era pronto. La prova è che la Duma ne ha creato un mese dopo l’annuncio di Putin».

Fin dall'inizio della mobilitazione, sono emersi molti problemi tra cui l'organizzazione degli alloggi dei convocati.
Dalle regioni del Paese arrivano diverse testimonianze di russi reclutati che hanno dormito per terra all'aria aperta per giorni interi, senza ricevere nemmeno tende o sacchi a pelo.

E le attrezzature? Un disastro per l'operazione che aveva in mente il Cremlino. Giubbotti antiproiettili troppo grandi o troppo piccoli, caschi di plastica, poche armi (specialmente le mitragliatrici) così come il numero di walkie-talkie, droni e ulteriori attrezzature. Addirittura le famiglie dei mobilitati hanno dovuto acquistare a proprie spese ciò di cui avevano bisogno: all’inizio di ottobre, il sito web del governo «Explain.rf» ha riferito che i cittadini mobilitati non sarebbero stati risarciti per il costo delle attrezzature.

Le autorità russe avevano promesso ai riservisti che sarebbero stati addestrati prima di essere inviati nella zona di guerra. Un mese dopo, si è scoperto che i mobilitati erano stati mandati al fronte con poca o nessuna preparazione. Pensate che alcune reclute sono state inviate sul campo di battaglia dopo appena cinque giorni di addestramento secondo il sito russo «Storie Importanti».
«Quando entri nell’esercito da civile, devi prima sottoporti a un addestramento personale, poi diventi parte di un equipaggio, di una squadra e di un plotone; quindi, impari a essere coordinato da qualcuno e con qualcuno. Nessuno lo ha fatto, il massimo è stato l'allenamento personale. Se la formazione dei volontari richiede almeno un mese, beh con i mobilitati si è trattato di pochi giorni», spiegano i mebri di Cit.

Problemi con i pagamenti. Lo stipendio medio di una persona mobilitata dal grado militare senza indennità è di circa 21.000 rubli (335,74 euro, ndr.).
«Ora ne ricevono 792 (circa 15,60 euro, ndr.). Per coloro che non hanno avuto il tempo di entrare nel sistema di registrazione, i pagamenti non arrivano affatto», spiega il Cit.
Anche Vladimir Putin ha ammesso problemi con i pagamenti ai mobilitati.



«Putin non aveva capito che il sistema russo non poteva far fronte a così tante persone mobilitate», spiegano i membri di Cit ai siti d’informazione russi e ucraini. Tuttavia, gli analisti ritengono che le autorità stiano ancora provando a reclutare persone nonostante gli sviluppi bellici non proprio favorevoli - o almeno come auspicati dal Cremlino. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino