Russia-Ucraina, diplomazia o guerra? Biden sposta truppe, generale Usa minaccia: «Risposta terrificante»

Russia-Ucraina, diplomazia o guerra? Biden sposta truppe, generale Usa minaccia: «Risposta terrificante»
Tensioni su tensioni su tensioni. Altro che diplomazia: qua fanno tutti molto sul serio. Joe Biden sposta truppe, Vladimir...

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Tensioni su tensioni su tensioni.


Altro che diplomazia: qua fanno tutti molto sul serio.

Joe Biden sposta truppe, Vladimir Putin cova guerre e il generale americano minaccia vendette:
«Se la Russia invade l’Ucraina, la risposta sarà terrificante».

Dice proprio così, “horrific”. E riesce addirittura a rilanciare ancora oltre:
«Sarà una strage».

Parole durissime quelle del capo di stato maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti che, durante un punto stampa tra le mura del Pentagono, prova a spiegare il contesto e dunque l’eventuale natura delle operazioni militari.

«Considerato il tipo di forze schierate, se si aprissero le ostilità, ci sarebbe un significativo, parecchio significativo, numero di morti».


(Mark Milley, capo dello stato maggiore congiunto dell'Esercito degli Stati Uniti)

Continua, tanto per non lasciare spazio né a dubbi né a speranze né soprattutto a illusioni vane.

«Provate a immaginare uno scoppio tra aree urbane dense, e lungo le strade, in mezzo alla gente».

E, fissando la telecamera come a voler fissare lo “zar” dritto negli occhi:

«Sarebbe terrificante, sarebbe terribile. E non è necessario».

Minacce, appunto.
Sufficienti a fermare Putin?

Difficile stabilirlo, ma comunque difficile. Per uno abituato a risolvere da solo, a non avere paura di nessuno, figurarsi di certe conseguenze. Che anzi, quasi lo sfidano, quasi lo agitano.

L’unico che prova a buttare acqua sul fuoco è il ministro degli Esteri russo Lavrov.
Che sbotta sul fronte delle sanzioni, ma che al tempo stesso sottolinea:

«Se dipende da Mosca, allora non c’è nessuna guerra». 

La Comunità Internazionale appare lenta, lunedì si riunisce il Consiglio di Sicurezza dell’Onu (ma già bloccato proprio dalla Russia), la Nato è chiamata in qualche modo a decidere.

È chiamata, cioè, ad assecondare le smanie americane, prestando completamente fianco e territori e Washington.
O viceversa a dissociarsene, così da lanciare un segnale distensivo a quel fronte orientale che è nata per contenere.

Un segnale possibile. Forse l’ultimo.

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Il Mattino