Salah arriva in carcere in Francia, fischiato dagli altri detenuti: «Non ti sei fatto esplodere»

Al quarto piano del carcere di Fleury-Merogis, in cella di isolamento, guardato a vista da secondini addestratissimi, Salah Abdeslam non è un detenuto qualunque. Al suo...

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Al quarto piano del carcere di Fleury-Merogis, in cella di isolamento, guardato a vista da secondini addestratissimi, Salah Abdeslam non è un detenuto qualunque. Al suo arrivo, ieri a metà giornata, dalle celle - popolate in buona parte da salafiti e radicalizzati - si sono levati applausi ma soprattutto parecchi fischi contro il terrorista jihadista. «Non ti sei fatto esplodere come gli altri», gli rimproverano ricordandogli la sera degli attentati di Parigi, il 13 novembre. Quando lui, a differenza degli altri, «ci ripensò» e gettò in un cestino la sua cintura esplosiva. Carcere di massima sicurezza, precauzioni mai viste prima: dopo esserselo fatti sfuggire a ripetizione, ora i francesi non vogliono rischiare nulla su Salah. Ma a preoccupare è la reazione degli altri detenuti.


Da un video postato sui social network si sente chiaramente - all' arrivo del prigioniero super scortato - un misto di applausi e fischi. Secondo un sindacalista del penitenziario più grande d'Europa, intervistato dalla tv BFM, a prendersela con Salah sono stati i «radicalizzati», che gli rimproverano di «non essere andato fino in fondo facendosi esplodere». Salah è stato attivo nella preparazione e nella logistica degli attentati di Parigi, affittò appartamenti per farne covi dei vari commando, noleggiò le auto utilizzate poi per depositare i terroristi sui luoghi degli agguati. Lui, personalmente, lasciò allo Stade de France i tre kamikaze che non riuscirono ad entrare e si fecero saltare nell'antistadio.


Lasciò poi l'automobile in quel 18/mo arrondissement, ai piedi di Montmartre, che il comunicato di rivendicazione dell'Isis affermava essere stato uno dei luoghi attaccati. Invece Salah parcheggiò e se ne andò in giro per Parigi, lasciando la sua cintura esplosiva in un cestino a Montrouge, nella banlieue sud. Agli inquirenti belgi ha detto semplicemente di averci «ripensato». Quanto al clima nel carcere di Fleury, a una trentina di chilometri da Parigi, fonti giornalistiche riferiscono che a provocare i «buuu» e i fischi sono state anche le condizioni tutte speciali del trasferimento di un detenuto ancora più speciale: elicottero, furgoni delle tv che lo hanno seguito passo dopo passo, scorta della polizia. Fra chi lo fischia accusandolo di viltà e tradimento della jihad, chi lo snobba per la per l'esposizione sui media e le misure di sicurezza, la permanenza di Salah a Fleury-Merogis già si annuncia agitata. E questo preoccupa la Francia.
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Il Mattino