Salvini: «Aborto non è un sistema contraccettivo». Ma scoppia la polemica

Matteo Salvini torna a parlare di aborto dopo la bufera scatenata con le dichiarazioni di ieri. «Non metto in discussione il principio ma bisogna combattere gli abusi....

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Matteo Salvini torna a parlare di aborto dopo la bufera scatenata con le dichiarazioni di ieri. «Non metto in discussione il principio ma bisogna combattere gli abusi. Parlate con i medici, non con Salvini. Il nostro compito è prevenire: l' aborto non è un sistema contraccettivo», spiega nel corso degli Stati generali della Lega. 


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Ma la precisazione arriva a polemica già fomentata: «Matteo Salvini come al solito fa confusione, dice bugie è in questo caso aggredisce le donne italiane», sottolinea il segretario del Pd Nicola Zingaretti. «Provo sconcerto per un politico che si mette a sindacare sulla vita delle donne (costume molto diffuso purtroppo), stabilendo cosa sia giusto e cosa sia sbagliato», replica su Facebook Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana-Leu. 

«Con le sue parole sull' aborto, Salvini dimostra ancora una volta di voler portare l'Italia indietro di decenni rispetto ai diritti delle donne conquistati con fatica e grandi battaglie», scrivono in una nota i parlamentari del MoVimento 5 Stelle del gruppo Pari Opportunità.
 


Sul piede di guerra anche l'Aied - Associazione italiana per l'Educazione demografica. «Salvini parte malamente da casi limite purtroppo veri, quello di donne che interrompono la gravidanza più volte nel corso della vita, per mettere in discussione la legge 194 e il diritto delle donne ad interrompere una gravidanza», afferma il presidente Mario Puiatti. «A parte il fatto che la legge prevede un iter diverso e più complicato che non il presentarsi al pronto soccorso - sottolinea -, la ragione per cui vi sono donne che interrompono più volte una gravidanza, per lo più immigrate e in gravi condizioni di svantaggio sociale, risiede nel fatto che in questo paese i servizi e l'informazione sulla pianificazione familiare e la contraccezione sono scarse, non è una prassi sanitaria efficiente. Questo sì è essere strutturalmente incivili». «Basti pensare che siamo uno degli ultimi paesi in Europa - conclude - a non avere corsi scolastici sull'educazione sessuale e affettiva. Di questo parleremo nel convegno del prossimo 27 marzo organizzato dall'Aied, che si terrà nella Sala del Refettorio della Camera dei Deputati a Roma».




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Il Mattino