Salvini tira il freno: no al modello Milano

Salvini tira il freno: no al modello Milano
La sconfitta di Stefano Parisi a Milano ripiomba il centrodestra nel caos che ora - grazie a quanto accaduto a Roma - si trova davanti ad una inevitabile resa dei conti. Gli...

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La sconfitta di Stefano Parisi a Milano ripiomba il centrodestra nel caos che ora - grazie a quanto accaduto a Roma - si trova davanti ad una inevitabile resa dei conti. Gli argomenti non mancano, dalla futura leadership agli equilibri interni alla coalizione, e nessuno vuole perdere tempo. Se Forza Italia si trova costretta a dover attendere che Silvio Berlusconi torni a dettare la linea, Matteo Salvini non ha nessuna intenzione di aspettare. Il segretario del Carroccio è consapevole che in questo momento occorra tenere alta la tensione e soprattutto archiviare il prima possibile il tonfo elettorale.


Al di là della sconfitta meneghina infatti la Lega Nord paga cara la tornata amministrativa che non solo non regala l'atteso exploit di Salvini ma che lascia addirittura sul campo la storica roccaforte di Varese. Ciononostante il leader leghista non ha alcuna intenzione di fare passi indietro e si mostra pronto a dettare le sue condizioni per il centrodestra del futuro. Un modo per 'marcare il territoriò ora che il Cavaliere è forzatamente costretto a stare fuori dall'agone politico.

E non è un caso che Salvini abbia deciso di commentare i risultati elettorali lontano dal proprio quartier generale di Milano. Una presa di distanza dal cosiddetto modello Parisi che tanto piace agli alleati ma che invece vede il Carroccio sul fronte opposto: «Io lavoro per unire il centrodestra», mette in chiaro il leader leghista ma alle sue condizioni: «con il traino della Lega - spiega - non ce n'è per nessuno. Milano insegna che il dentro tutti non paga. La formula moderata era sbagliata e le minestre riscaldate la gente non le mangia». Insomma il perno della coalizione non sono certo i moderati (punto di riferimento di Berlusconi) e soprattutto la nuova coalizione in salsa leghista non è aperta a tutti. Soprattutto ai centristi di Angelino Alfano.

La nuova alleanza a cui pensa il leader della Lega sarà al centro della discussione in programma a Pavia sabato. Una sorta di stati generali convocati da Salvini per discutere di proposte e programmi ma soprattutto per affermare che il Carroccio non è interessato a ruoli da comprimario. Le ambizioni della Lega però cozzano con i progetti dell'ex capo del governo ma anche dei molti azzurri che non accettano di subire l'opa dei lumbard. Il responso delle urne manda un messaggio chiaro in vista delle elezioni politiche: il centrodestra diviso non va da nessuna parte. Un campanello di allarme su cui da tempo presta attenzione il Cavaliere. Non solo: per i forzisti l'unica chance di essere competitivi è rappresentata da una coalizione in cui siano i moderati ad esserne la guida.


Ecco perchè proprio il progetto di Parisi o il modello Savona dove - come ricorda anche Giovanni Toti - il centrodestra unito ha strappato la guida della città dopo 20 anni di dominio della sinistra, continua ad essere per una parte di Forza Italia il modello da riproporre anche in chiave nazionale e in antitesi alla destra lepenista. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino