Dal film di Santoro alla rivolta di Airola l'elogio del kalashnikov di Mariano

«Quando tenevo il kalashnikov in mano mi sentivo il padrone... è come stringere Belen tra le braccia»: il racconto di Mariano è agghiacciante....

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«Quando tenevo il kalashnikov in mano mi sentivo il padrone... è come stringere Belen tra le braccia»: il racconto di Mariano è agghiacciante. Lui è uno dei protagonisti del film di Michele Santoro e Maddalena Oliva presentato oggi a Venezia, ma è anche uno dei protagonisti della rivolta nel carcere di Airola che ha provocato il ferimento di tre agenti e  gravi danni alla struttura.


Mariano appartiene a un clan di Ponticelli, ed è stato condannato a sedici anni di carcere perché avrebbe ucciso - la sentenza non è ancora definitiva - un ragazzo poco più grande di lui, appartenente a un clan dell'area Nord. Nel promo del film, che racconta l'ultimo anno di sangue a Napoli e le imprese delle Mariano si racconta attraverso quello che potrebbe essere intitolato Leggi l'articolo completo su
Il Mattino