Sara Puppi, il profilo fake con cui l'Iran cercava di spiare Israele. «Offriva relazioni sentimentali e soldi»

Sara Puppi, il profilo fake con cui l'Iran ha cercato di spiare Israele in cambio di «relazioni sentimentali e soldi»
Si presentava su Facebook come Sara Puppi, una giovane donna ebrea, ma in realtà era una spia dell'Iran incaricata di rubare informazioni sull'intelligence...

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Si presentava su Facebook come Sara Puppi, una giovane donna ebrea, ma in realtà era una spia dell'Iran incaricata di rubare informazioni sull'intelligence israeliana. Lo rivela lo Shin Bet, l'Agenzia per la sicurezza di Israele, come riportato dal Jerusalem Post. Un vero e proprio profilo fake, che su Facebook cercava di abbordare e corrompere funzionari israeliani, sia sentimentalmente che attraverso il pagamento di somme di denaro in Bitcoin, al fine di carpire informazioni su obiettivi considerati sensibili dalle spie iraniane. 

 

Sara Puppi, il profilo fake con cui l'Iran cercava di spiare Israele

Una minaccia sventata proprio grazie al lavoro dello Shin Bet, i cui agenti sono finiti nel mirino della fantomatica Sara Puppi. La spia iraniana avrebbe cercato non solo di ottenere informazioni, ma anche di manipolare le persone con cui entrava in contatto e spingerle a compiere azioni potenzialmente dannose per la reputazione internazionale di Israele. Le richieste fatte da Sara Puppi erano le più varie: si va dalle informazioni sull'intelligence israeliana, fino al tentativo di far pronunciare frasi contro personalità di spicco o altri paesi. Un'opera di cyber-terrorismo in piena regola, mascherata sotto il profilo Facebook di una ragazza.

 

 

«Questa attività dello Shin Bet ha messo in luce le pratiche iraniane e il loro desiderio di danneggiare personalità israeliane e le relazioni estere di Israele con vari paesi», ha affermato l'intelligence di Gerusalemme. «Lo Shin Bet, in conformità con la sua missione secondo la legge, continua ad agire contro altre mosse simili da parte di iraniani e organizzazioni terroristiche nel cyberspazio».

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Il Mattino