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In appena 24 ore, forse meno, la scuola fa dietrofront per due volte sulle regole anti-Covid. Lunedì sera il ministero alla Salute e il ministero all’Istruzione hanno sospeso con una circolare la procedura avviata a novembre, perché ci sono troppi contagi tra i ragazzi. Sembrava quindi inevitabile dover tornare alla dad per tutta la classe anche con un solo positivo tra i banchi. Poi, ieri sera, ci ripensano: si torna infatti alla quarantena solo in presenza di tre positivi.
A far tornare la scuola sui suoi passi è stato un intervento di Palazzo Chigi che ha deciso di schierare il commissario Figliuolo al fianco delle Asl per portare avanti i tamponi necessari per gli studenti.
Scuola, quando scatta la quarantena
E’ stato proprio questo il tasto dolente che ha messo in seria difficoltà le scuole e le procedure anti-covid. Il testing avviato il 3 novembre, infatti, prevede l’utilizzo di molti più tamponi, da fare peraltro tempestivamente. Lo screening parte (o almeno dovrebbe) alla prima segnalazione di un caso positivo: si fa il tampone immediato, T0, e poi quello al quinto giorno. Se i ragazzi sono tutti negativi, tornano in classe. Se invece emerge un altro positivo, quindi sono in tutto due, il testing prosegue solo per i ragazzi vaccinati, presenti solo tra i ragazzi dai 12 anni in poi, e per i negativizzati guariti dal Covid negli ultimi 6 mesi. Tutti gli altri vanno in quarantena. Se invece i positivi sono in tutto tre, la classe va in quarantena in blocco. U piano molto dettagliato che però non ha funzionato: nel mese scorso, infatti, la procedura è andata in tilt perché le Asl non avevano la disponibilità di mezzi e personale per seguire un simile tracciamento. Da qui la decisione da parte del ministero della Salute di sospendere il testing.
PRESENZA PRIORITARIA
La circolare è stata firmata anche dal ministro all’istruzione, Patrizio Bianchi, «in via precauzionale». Ma per il premier Draghi, così come per il ministro Bianchi, fin dal primo giorno la scuola in presenza è una priorità e così l’intervento di Palazzo Chigi è stato immediato. In pochissime ore è arrivato il dietrofront: si torna al testing, non ci sarà nessuna sospensione nei tamponi immediati e la quarantena parte in automatico solo se ci sono tre alunni positivi.
Arriva anche in Parlamento la richiesta del medico in tutte le scuole: «Si tratta di una figura del passato - spiega il presidente di Noi con l’Italia e vicepresidente del gruppo Misto alla Camera Maurizio Lupi - che oggi diventa una necessità. Dobbiamo tutelare i nostri studenti, dai più piccoli ai più grandi».
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Il Mattino