ROMA La tensione sale. I sindacati sono sul piede di guerra pronti, persino, allo sciopero generale. Sul regionalismo differenziato, la richiesta di autonomia di Veneto, Lombardia...
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IL MECCANISMO
Come si farebbe? Con un contratto integrativo regionale che vada ad appianare la differenza del costo della vita, ad esempio, tra Milano e le province campane o pugliesi. Il contratto e l’assunzione resterebbero statali, e si aggiungerebbe solo un contratto integrativo su base regionale. A Milano si spende mediamente il 30-35% in più per vivere? Vorrà dire che lo stipendio dovrà essere aumentato in base a quella percentuale, avvicinandocisi il più possibile. E allora se lo stipendio medio mensile al netto delle trattenute di un insegnate della scuola media, dopo 10 anni di lavoro, è di 1470 euro, in Lombardia ad esempio si potrebbe arrivare a firmare un contratto integrativo regionale pari a 441 euro. Per una città come Roma, dove il costo della vita è uguale se non maggiore di quello dei centri del Nord, le differenze sarebbero destinate ad ampliarsi. Una beffa per chi fa, in fin dei conti, lo stesso lavoro. Sarebbe un invito per i laureati del Nord a scegliere la scuola come strada per una carriera lavorativa appetibile, mentre scoraggerebbe la migrazione di insegnanti dal Sud. Per realizzare un quadro simile servono i fondi. Le regioni che sceglieranno l’autonomia scolastica, per garantire i contratti integrativi regionali ai docenti potrebbero aver bisogno di trattenere parte delle imposte altrimenti versate allo Stato. Ancora una volta impoverendo le strutture centrali della Capitale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino