Settecento chili di sigarette di contrabbando sulla nave della Marina militare Caprera: sono stati sequestrati - rivelano oggi le Iene - nel porto di Brindisi lo scorso 16 luglio....
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Le Iene affermano di aver avuto oggi una nuova conferma del sequestro da parte del comandante della Caprera, il tenente di vascello Oscar Altiero, «che dice di avere una sua ipotesi su come quelle sigarette siano finite a bordo». «Le 3.600 stecche, chiuse in 72 scatole sono state fatte trasportare da alcuni marinai prima nei furgoni della Capitaneria di porto di Brindisi e poi messe sotto sequestro dalla Finanza. Ce lo aveva già confermato - dicono le Iene - proprio uno di quei marinai, che la sera del 16 luglio era sceso poi dalla Caprera con un borsone contenente alcune stecche e che era stato a sua volta fermato dalla Finanza». «Cosa ci facevano - si chiedono le Iene - tutte quelle sigarette di contrabbando su una nave militare italiana, oltretutto appena tornata da un'operazione delicata di contrasto all'immigrazione clandestina? Qualcuno le aveva comprate semplicemente per rivenderle? Oppure erano una forma di "compenso" per aver magari chiuso un occhio sul passaggio di qualche imbarcazione di scafisti?».
Lo Stato maggiore della Marina, con una nota, ricostruisce la vicenda. «Il 15 luglio scorso su Nave Caprera, ormeggiata nel porto di Brindisi e di rientro dall'Operazione Nauras in Libia (durante la quale l'unità ha fornito supporto tecnico alla Guardia costiera ed alla Marina militare libiche), in seguito ad attività di controllo disposta dal comandante della nave stessa, sono stati rinvenuti degli scatoloni contenenti tabacchi lavorati esteri. Della scoperta sono state prontamente informate le autorità giudiziarie militare (Procura di Napoli) e ordinaria (Procura della Repubblica di Brindisi) e, il 16 luglio», gli uomini della Guardia costiera e della Guardia di Finanza, delegati dalle due procure, hanno effettuato, insieme al comando dell'unità, il sequestro delle sigarette.
«Le indagini - spiega la Forza armata - sono tutt'ora in corso e la Marina militare, nel confermare la massima collaborazione con le autorità giudiziarie, ha anche avviato una inchiesta sommaria interna», essendo suo «intendimento perseguire anche disciplinarmente gli eventuali responsabili». «Le azioni poste in essere dal comando di nave Caprera - sottolinea la Marina - dimostrano l'approccio limpido della Forza armata nell'opera di prevenzione, controllo e repressione di eventuali comportamenti illeciti. La Marina militare ha sempre agito con grande senso di responsabilità e trasparenza nel rispetto della legge e garantisce una continua sensibilizzazione verso il proprio personale nonché una continua vigilanza sulle attività svolte dai componenti degli equipaggi delle unità navali anche se impegnati fuori sede e fuori dal territorio nazionale, ponendosi al fianco degli organi giudiziari qualora se ne presenti l'occasione». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino