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«Ho sofferto di depressione, mi ha cambiato i connotati». Voleva togliere le borse sotto gli occhi, ma l’intervento ambulatoriale è andato male e, ora, una donna di 67 anni ha il viso sfigurato. Ad effettuare il “ritocco” un medico di chirurgia generale, non specializzato in medicina estetica, in uno studio privato a Trastevere. La dottoressa, Maria C., 47 anni, è accusata di lesioni colpose. «Mi diceva che la chirurgia non serviva e che il laser era la scelta giusta, ho un sfregio permanente al volto», ha riferito la vittima a “Il Messaggero”.
È il 2018 e la signora si reca nello studio della dottoressa per accompagnare un’amica che doveva effettuare un intervento di blefaroplastica con il laser, per togliere le borse sotto gli occhi. È così che avviene il loro primo incontro. «Quando eravamo lì, la dottoressa mi ha guardato e mi ha detto: “Sei carina, perché non lo fai anche tu?”». La vittima, che ha già chiesto informazioni ad un chirurgo estetico in ospedale, sa che è necessario un intervento chirurgico e che il costo è di 4mila euro. La dottoressa, però, la rassicura. «Mi ha detto che la chirurgia per quel tipo di ritocco non serviva più e che il laser la sostituiva perfettamente eliminando la pelle in eccesso con facilità». Inoltre, la chirurga le prospetta tempi rapidi di guarigione e un costo di mille euro. «La procedura mi è stata regalata per il mio compleanno da mio marito e mia figlia, così sono andata». È il 29 ottobre del 2018 e nello studio di Trastevere, questa volta, si reca come paziente.
Dopo qualche giorno, attorno a un occhio si formano delle croste, ma la dottoressa le dice che è normale e che cadranno da sole.
«Avevo un viso magro e non ne avevo bisogno, mi sono lasciata convincere». Ha avuto inizio così il calvario della donna che ha portato ad un cambiamento drastico della sua vita dovuto, non solo ai danni estetici e medici, ma alle diverse ripercussioni psicologiche: «Non mi riconoscevo più allo specchio e faccio ancora fatica ad accettarlo - ha riferito a “Il Messaggero” - Non riesco più a relazionarmi con le persone. Ricordo ancora come mi guardavano a lavoro. Ho dovuto prendere la malattia per una quarantina di giorni». La denuncia alla dottoressa Maria C. arriva il 2 luglio del 2019. La vittima, difesa dall’avvocato Chiara Confortini, ha chiesto un risarcimento economico del danno. «La dottoressa dice che le cicatrici sono state causate dal laser anche se mi ha riaperto la ferita per due volte. Sono cinque anni che vivo questo calvario», conclude esasperata la 67enne.
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