Si pente uno degli stupratori di Rimini in aula con i genitori E il capobanda cambia versione

Si pente uno degli stupratori di Rimini in aula con i genitori E il capobanda cambia versione
Il sedicenne nigeriano accusato di concorso con altre tre persone nella doppia violenza di Rimini sarebbe molto pentito, oltre che dispiaciuto, e avrebbe compreso la...

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Il sedicenne nigeriano accusato di concorso con altre tre persone nella doppia violenza di Rimini sarebbe molto pentito, oltre che dispiaciuto, e avrebbe compreso la gravità di quello che è successo. È quanto ha riferito il suo difensore, l'avvocato Giovanna Santoro, raggiunta telefonicamente al termine dell'udienza di convalida del fermo al tribunale per i minorenni di Bologna. Per la sua posizione, così come per quella dei due fratelli marocchini interrogati in precedenza, il gip Anna Filocamo si è riservata la decisione sia sulla convalida sia sulla misura cautelare. La decisione è attesa nelle prossime ore. In via del Pratello a Bologna sono arrivati anche i genitori del nigeriano, che non hanno voluto parlare coi giornalisti in attesa all'esterno dell'istituto penitenziario minorile.


Continua, invece, a negare di aver partecipato agli stupri e scarica la colpa sui tre amici minorenni, cambiando versione rispetto alle prime dichiarazioni rese ai magistrati. Sentito questa mattina a Rimini dal gip Vinicio Cantarini per la convalida dell'arresto, Guerlin Butungu, il 20enne congolese accusato di due stupri in concorso con tre giovanissimi amici, commessi nella notte tra il 25 e il 26 agosto scorsi, avrebbe detto di non aver abusato della giovane turista polacca e di aver "solo" tenuto fermo il suo compagno, mentre gli altri del branco abusavano sessualmente della donna. Inizialmente, aveva negato gli stupri dicendo che assieme agli amici aveva trascorso la serata nei locali della riviera romagnola e che avevano bevuto qualche bicchiere di troppo. Poi, Butungu aveva detto di essersi addormentato su un lettino in spiaggia. Quando è stato svegliato dagli amici, sempre secondo la sua prima versione, sarebbero andati in stazione per prendere il treno e tornare a casa, a Pesaro. Tuttavia, a escludere che sia andata così, ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti in zona che hanno ripreso il branco mentre si spostava dalla spiaggia di Miramare, dove è stata commessa la prima violenza, alla Statale Adriatica, dove i quattro giovani hanno abusato di una prostituta transessuale peruviana.

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Il Mattino