La crisi idrica da Nord a Sud, da Parma a Roma, fino all’Irpinia dove parte il più esteso acquedotto d’Europa, quello che disseta la Puglia. Per la food...
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Parma e Piacenza. L’allarme della Coldiretti: tra la provincia di Parma e quella di Piacenza si coltiva un quarto del pomodoro da conserva made in Italy duramente colpito dalla siccità, ma a soffrire è l’intero bacino idrografico del Po dal quale dipende il 35% della produzione agricola nazionale. Nell’area interessata c’è stato un calo delle precipitazioni superiore al 50% della media con la falda acquifera che si presenta più bassa di 1,26 metri. Sotto assedio sono le province dove l’acqua è indispensabile per coltivare granturco e foraggio per nutrire più di 650 mila bovini, che producono latte per i principali formaggi Dop italiani e 1,5 milioni di maiali, che forniscono le cosce per prosciutti Dop d Parma e di Modena e carne per salumi Dop come il Culatello di Zibello.
Sardegna e Toscana. L’assessore dell’Agricoltura della Regione Sardegna, Pier Luigi Caria, ha consegnato al ministro Martina la delibera della Giunta regionale con la richiesta della dichiarazione dello stato di calamità naturale per la siccità nell’isola. Hanno presentato analoghe richieste al Mipaf la Regione Toscana, anche essa duramente colpita e poi l’Emilia Romagna che ha già deliberato sulla crisi idrica. Nella piana del Grossetano è andato perso oltre il 50% del raccolto di grano e sono a forte rischio i pomodori.
Piemonte. Scarse precipitazioni, temperature elevate e fusione anticipata della neve stanno influenzando in modo negativo, in Piemonte, i deflussi superficiali dei corsi d’acqua. Lo rileva Arpa Piemonte, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, secondo cui le portate osservate all’idrometro di Isola S.Antonio (Alessandria), sezione di chiusura della parte piemontese del bacino del Po, sono al di sotto della media storica: 204 metri cubi al se condo, circa il 65% in meno della media del periodo 1995-2015. Le riserve idriche disponibili da invasi, sempre secondo Arpa, sono stimate in circa 233 milioni di metri cubi, pari a circa il 60% della capacità massima complessiva.
Irpinia. Lento ritorno alla normalità in provincia di Avellino da quasi una settimana è alle prese con una durissima emergenza idrica causata da una serie di guasti ad impianti di sollevamento e linee gestite dall’Alto Calore Servizi. In provincia continuano le chiusure programmate dalle 21 alle 6 del mattino per riportare il livello dei serbatoi in sicurezza. A Montoro un operaio dell’azienda che stava chiudendo una delle linee è stato aggredito da sconosciuti, ora le squadre di manutenzione avranno una scorta. Difficile la situazione nelle contrade rurali di Ariano, nonostante la riparazione della condotta in Contrada Creta che per giorni ha lasciato completamente a secco i rubinetti del secondo comune irpino. In azione le autobotti dei Vigili del Fuoco per approvvigionare il locale ospedale e la Casa Circondariale.
Nelle contrade di Anselice, Contessa e Cervo, e in alcune zone di Camporeale e di Valleluogo, sono senz’acqua da quattro giorni. I residenti, un centinaio di famiglie titolari di aziende agricole, sono allo stremo dopo che anche le risorse idriche accumulate in autonomia stanno per esaurirsi. Preoccupante la situazione nelle stalle dove anche le scorte per abbeverare gli animali sono state quasi del tutto consumate. I tecnici dell’Alto Calore stanno lavorando per riportare a regime le vasche di accumulo. L’acqua irpina alimenta l’Acquedotto pugliese ed è stato raggiunto un accordo per aumentare il trasferimento di una parte delle risorse captate in provincia di Avellino per far fronte alla crisi. Ma serve una grossa pompa che non è ancora stata installata per riportare la situazione alla normalità. La Regione ha stanziato risorse per intervenire.
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Il Mattino