I sindaci scrivono a Conte e a Gualtieri: «I Comuni rischiano il default»

I sindaci scrivono a Conte e a Gualtieri: «I Comuni rischiano il default»
Da giorni denunciano di essere stati dimenticati nel decreto "Cura Italia": i Comuni rischiano il default, ha avvertito il presidente dell’Anci, Antonio Decaro....

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Da giorni denunciano di essere stati dimenticati nel decreto "Cura Italia": i Comuni rischiano il default, ha avvertito il presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Cosí, davanti a risposte che non sono arrivate, i sindaci hanno deciso di scrivere al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, per proporre quattro misure per evitare il collasso.

«La tenuta funzionale e organizzativa dei Comuni, sul piano operativo - ha spiegato Decaro nella sua lettera inviata a nome di tutti i sindaci italiani - soprattutto, sul piano finanziario, è messa a dura prova dall’emergenza coronavirus. Maggiori oneri, entrate ridotte avranno un impatto sui nostri bilanci, approvati e in corso di approvazione. Un quadro che, non vi nascondo, allarma me e i miei colleghi: il Paese rischia il collasso dell’unica istituzione di prossimità sul territorio nazionale».
 L’Anci ribadisce che non si può aspettare l’evolversi della crisi e avanza delle proposte già inviate al governo prima che si approvasse il "Cura Italia", ma senza successo. «Ci serve liquidità - insistono -: lo Stato anticipi il pagamento di Fsc (fondo di solidarietà comunale) e altre spettanze pagandole subito e per intero. Abbiamo elaborato quattro proposte normative indifferibili e indispensabili per la sopravvivenza del sistema - chiarisce il primo cittadino di Bari -: destinare un miliardo per le spese di questo semestre con l’istituzione di un tavolo tecnico per concordare su come dimensionare e sostenere gli equilibri; liberare ulteriori quote di avanzo di amministrazione, estendendole agli enti in disavanzo; abbattere al 60 per cento l’obbligo di accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità che significa liberare risorse di spesa corrente per 5 miliardi di euro; estendere la sospensione delle rate dei mutui alla Cassa depositi e prestiti».

Stiamo facendo l’impossibile per sostenere le misure del governo, è ancora l’appello accorato dei sindaci. Ma il fatturato diminuisce e potrebbe arrivare a incidere anche sui servizi principali per i cittadini, a cominciare dal trasporto pubblico.
«La mia non è una rivendicazione corporativa ma un grido di allarme - conclude Decaro - perché la crisi dei Comuni è già in atto e deve essere arginata subito. Non farlo esporrebbe l’intero Paese a rischi ancora maggiori in questo drammatico momento» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino