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Una telefonata intercettata. L'ennesima, tra un soldato russo e la madre, che racconta lo stato d'animo dei migliaia di coscritti costretti a prendere un fucile e andare in guerra in Ucraina per volere di Putin. Le condizioni raccontate da questo giovane soldato - in un dialogo trascitto dal portale wartranslated.com, che si occupa di questo dall'inizio del conflitto - sono spaventose. Senza cibo né acqua, i soldati sono costretti a bere dalle pozzanghere. Senza una guida («i nostri comandanti sono tutti ubriachi e non c'è comunicazione»), il giovane descrive la situazione come un incubo.
La telefonata intercettata
S: Ciao mamma
M: Come stai figlio mio? Come vanno le cose?
S: Non posso dire che le cose vadano bene...
M: Capisco.
S: Non abbiamo acqua, niente.
M: Come fate a sopravvivere?
S: In qualche modo si fa...
M: È possibile che ti facciano tornare?
S: Abbiamo provato a scappare ma non ci siamo riusciti. Ci hanno preso.
M: Nell'oblast di Donetsk?
S: Sì, siamo nei guai. Davvero. Noi con i fucili contro i carri armati. Una follia. Tutti i nostri comandanti sono ubriachi. E con loro non c'è comunicazione.
M: Ubriachi? E allora loro mangiano e bevono. Perché voi no?
S: Esatto. Loro hanno tutto, noi niente.
M: E quanto puoi durare così senza acqua né cibo? Bevi da una pozzanghera se non hai alternative.
S: Lo abbiamo già fatto. Abbiamo già bevuto da pozzanghere.
M: Spaventoso, posso solo immaginare quanto tu sia spaventato. E affamato e infreddolito.
S: È un incubo, siamo in 20 contro 2000.
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Il Mattino