Ginevra la nonna d'acciaio: a 103 anni scampa al virus. Il segreto? «Non mi sono mai sposata»

Ginevra Zuffranieri
E' stata già soprannominata da molti la nonna d'acciaio ma per tutti è la nonna d'Italia. Con i suoi 103 anni, la "signorina" Ginevra...

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E' stata già soprannominata da molti la nonna d'acciaio ma per tutti è la nonna d'Italia. Con i suoi 103 anni, la "signorina" Ginevra Zuffranieri - guai a chiamarla signora - ha dimostrato di avere una tempra di ferro, non solo un animo battagliero ma anche un organismo particolarmente forte. Ne ha passate tante in oltre un secolo di vita e nemmeno il Covid - senza dubbio la prova più dura da affrontare - l'ha sfiorata. 

 

 

Il segreto c'è e lei, che è nata e vissuta a Fontana Liri, lo dice convintamente: "Non mi sono mai sposata e non ho mai dovuto sopportare un uomo accanto, nonostante i molti pretendenti che mi famno la corte". Impossibile darle torto. Da circa 10 anni ospite dei Giardini Club Residence di Rocca D'Arce è stata vittima, circa un mese fa, di una brutta caduta cui è seguita la necessità di un intervento chirurgico urgente ed improcrastinabile.

"Ma c'è il Covid, è proprio necessario?" si sono chiesti tutti coloro che le stavano vicino amorevolmente, dal personale della residenza assistenziale, agli amici, ad un nipote, peraltro unico familiare della anziana, un uomo che vive a Cervaro e che lavora a Roma. Una scelta difficile, rischiosa e quindi sofferta ma che è stata presa con coraggio soprattutto da lei. L'intervento si è svolto presso l'ospedale civile Santissima Trinità di Sora ed è perfettamente riuscito.

"Mi sono sempre raccomandata alla Madonna di Loreto e a S. Barbara ed ogni giorno recito il rosario". Non appena è stata dimessa è tornata nei Giardini Club Residence, un luogo molto confortevole ed accogliente, dai suoi amici che l'aspettavano a braccia aperte. Ma solo per poche ore. Nemmeno il tempo di disfare le valigie che una telefonata ha gettato tutti nel panico. La telefonata è arrivata dal nosocomio di San Marciano. Qualcuno le ha dovuto comunicare che che la compagna di stanza con la quale aveva convissuto per diversi giorni era purtroppo affetta da Covid-19. Quella comunicazione ha raggelato tutti. E se anche nonna Ginevra avesse contratto il virus? Si sono domandati.

La "signorina" Zuffranieri si sentiva però benissimo ed in effetti il tampone che le era stato eseguito in occasioni delle dimissioni, come prevede la prassi, era negativo. Ma il virus poteva averlo contratto prima di uscire dal SS. Trinità e non si era ancora manifestato e in qualsiasi caso il contatto con la donna positiva era stato diretto, stretto e continuato. La signora viene posta rigorosamente in isolamento e sottoposta a tampone ogni tre giorni. Trascorrono i giorni e nonna Ginevra sta sempre meglio ed anche i postumi dell'intervento iniziano a sparire. Conclusi i fatidici 12 giorni di isolamento esegue l'ultimo tampone molecolare il cui esito è negativo. La quarantena finisce e tutti gioiscono.

"La mia fidanzata - così la definisce il direttore della Residenza Mario Mollicone - è una donna d'acciaio, di grande personalità ed autoritaria. E' la mascotte della residenza, il simbolo della buona salute. Siamo tutti molto affezionati a lei. Prima che avesse la caduta rompendosi il femore saliva tre piani di scale per raggiungere la stanza. Non c'era verso di farle prendere l'ascensore". E' un caso particolare davvero e che da tanta speranza, soprattutto alla fascia più colpita dalla pandemia.

Lo sottolinea anche Andrea Petricca della postazione 118 di Isola Liri che ha avuto modo di conoscere Ginevra: "E' un caso clinico raro e certamente incredibile ma è una storia rara che lascia meravigliati ed a cui solo la scienza potrebbe dare una risposta che si avvicini alla verità. Come mai un virus così contagioso che ha ucciso e distrutto una intera generazione con la nonnina più tosta d'Italia nulla ha potuto? Che meravigliosa storia è la vita".

E stando alle simpatiche dichiarazioni della signorina Ginevra - che strappano un sorriso a chiunque - la vita è meravigliosa soprattutto senza uomini accanto. "Ne ho viste di cotte e di crude, sono sfuggita ai bombardamenti ed ai marocchini, ho tenuto lontano da me ogni rompiballe, ho superato malattie ed epidemie, vi pare che non supero pure questa che non so come si chiama?". E c'è anche il consiglio: "Pensate sempre bene che andrà bene".  

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Il Mattino