Uno stage di sei mesi in un Ufficio per i Rapporti Istituzionali, oltretutto retribuito, può far gola a molti giovani. I requisiti sono stringenti ma fino a un certo punto:...
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Sembra un'ottima opportunità professionale per i giovani, ma quando si continua a scorrere i requisiti ci si imbatte in un particolare che ha lasciato di sasso i più: «La scelta vegana costituisce titolo preferenziale». C'è voluto poco per gridare allo scandalo e alla discriminazione, in barba anche all'articolo 8 dello Statuto dei lavoratori, ma c'è un piccolo dettaglio: lo stage, che avrà come principale sede di lavoro Roma, si svolgerà presso la Lega Antivivisezione.
La Lav è una delle principali associazioni animaliste italiane e la decisione sembra essere perentoria: mangiare qualsiasi alimento di origine animale, compresi latte e uova, sono delle discriminanti, seppur parziali. Ad ogni modo il presidente Gianluca Felicetti, riportato da Repubblica.it, si è difeso così: «Non chiediamo a tutti i nostri dipendenti di essere vegani, ma in determinati ruoli, specialmente quelli istituzionali, pretendiamo di essere credibili. Crediamo fermamente nella scelta vegana e per noi è un titolo preferenziale per alcune mansioni sin dalla metà degli anni '90». Il numero uno della Lav respinge quindi le accuse: «Non c'è nessuna discriminazione, cerchiamo solo di avere coerenza e credibilità. Ad ogni modo, non cerchiamo per forza un vegano: se uno è un incapace, non lo assumiamo per spirito di squadra e gli preferiamo un onnivoro capace e competente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino