Roma, statua di Villa Borghese distrutta per un selfie: denunciato un 36enne

Statua di Diana distrutta per un selfie, giovane denunciato a Villa Borghese
Nessun giallo, solo l’ennesimo scempio ai danni dei beni storici e culturali della Capitale. Ci sono volute poche ore agli agenti della Polizia locale di Roma Capitale per...

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Nessun giallo, solo l’ennesimo scempio ai danni dei beni storici e culturali della Capitale. Ci sono volute poche ore agli agenti della Polizia locale di Roma Capitale per ricostruire gli attimi dell’ennesimo attacco andato in scena a Villa Borghese. Un caso che richiama ancora una volta l’attenzione sull’inciviltà che serpeggia minacciosa nella Capitale, ma anche sul sistema di controllo e prevenzione. 


Tutto ha inizio domenica mattina con un ritrovamento choc: in piazzale Scipione Borghese vengono avvistati in terra pezzi della statua che ritrae Diana Cacciatrice. E sui resti spuntano anche tracce di sangue che segnano il viale vicino e si perdono tra le erbacce. L’opera, che era adagiata su una colonna di marmo alta oltre un metro, è completamente riversa a terra. Sembrava un mistero da risolvere non senza difficoltà, ma fortunatamente ci troviamo vicino al Museo Borghese vigilato da videocamere. E sono state proprio le immagini a inchiodare il responsabile: si tratta di un italiano di 36 anni che è stato denunciato per danneggiamento. 

Secondo una prima ricostruzione degli agenti di Polizia Locale del II Gruppo Parioli, diretti da Ugo Esposito, l’uomo voleva essere ritratto accanto all’opera. Come? Sembra che si sia addirittura arrampicato sopra alla colonna dove era stata posizionata la Diana Cacciatrice. Una scalata che però è finita dopo pochi secondi: l’uomo è precipitato, si è ferito a un braccio e la statua è andata in mille pezzi.

Quasi una “vendetta” della dea latina. Si può tirare un brevissimo sospiro di sollievo sapendo che la statua è una copia in cemento realizzata nel 1990 dal Consorzio “RE. CO. Restauratori Consorziati”. L’originale fortunatamente è custodito nel vicino museo. La serenità per aver appreso che si tratta di una ricostruzione (ma è sempre preziosissima) in realtà dura pochi istanti considerando il danno enorme che è stato comunque inflitto alle bellezze della Capitale. 

Secondo un primo esame degli esperti, per restaurare l’opera ci vorranno almeno 10mila euro, soldi che, secondo quanto riferito dagli agenti, dovrà sborsare l’uomo. Un gesto che dimostra ancora una volta la fragilità dei controlli sui monumenti en plein air oggetto di ripetuti atti di vandalismo. E ieri erano in molti a fermarsi e a scattare foto ai resti della statua avvolta nei nastri gialli dei vigili.

Dopotutto è lunghissima la lista dei beni danneggiati in barba a ogni regola di civiltà e in violazione di qualsiasi norma. Dalla devastazione subita dalla Barcaccia dagli ultras del Feyenoord, allo sfregio al famoso Elefantino di piazza della Minerva, fino all’attacco ai busti del Pincio privati del naso. È un vero e proprio bollettino di guerra quello che vede protagonisti i vandali in azione contro i preziosissimi beni di Roma. Soltanto tra il 2011 e il 2014 sono stati oltre 140 gli attacchi.

Ma senza andare tanto lontano nel tempo, è sufficiente ricordare l’assedio quotidiano alla fontana di Trevi, o gli innumerevoli tuffi vietati in tutte le vasche storiche. Quest’estate i bagni proibiti hanno colpito, ad esempio, la fontana di Santa Maria in Trastevere con gruppi di giovanissimi protagonisti della malamovida pronti a immergersi e a utilizzare il monumento come una piscina. Ad agosto è stata addirittura danneggiata la recinzione in ferro battuto della Fontana del Moro, a piazza Navona. Nella fontana del Gianicolo invece un giovane è rimasto in boxer si è tuffato e si è fatto fotografare dagli amici. Notti di follie metropolitane per uno scatto in più. 

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Il Mattino