Ancora un indagato nella scala gerarchica dei carabinieri di Roma nella tranche dell'inchiesta che sta cercando di risalire a chi in quell'ottobre del 2009 ordinò...
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Secondo quanto emerge dalle nuove carte depositate dalla procura sarebbe stato Cavallo a suggerire al luogotenente Massimiliano Colombo, comandante della stazione Tor Sapienza, di effettuare modifiche all'annotazione di servizio sullo stato di salute di Cucchi. Insieme al colonnello Cavallo altre cinque persone sono finite nel registro degli indagati della procura nel nuovo filone di indagine. E sembrano non finire mai i colpi di scena sulla vicenda della morte del giovane geometra. Non ultima la frase intercettata ad uno dei carabinieri imputati, Vincenzo Nicolardi. «Magari morisse, li mortacci sua», parole che hanno provocato uno choc in aula.
La frase è riportata negli atti depositati dal pm Musarò e si riferisce ad una intercettazione di Nicolardi con il capoturno della centrale operativa del comando provinciale avvenuta tra le 3 e le 7 del mattino del 16 ottobre del 2009, ovvero il mattino dopo l'arresto di Stefano Cucchi. Il militare fa riferimento alle condizioni di salute del geometra che era stato arrestato da alcune ore e si trovava in quel momento nella stazione di Tor Sapienza. «Mi ha chiamato Tor Sapienza - dice il capoturno della centrale operativa - Lì c'è un detenuto dell'Appia, non so quando ce lo avete portato se stanotte o se ieri. È detenuto in cella e all'ospedale non può andare per fatti suoi». Nicolardi, quindi, risponde: «È da oggi pomeriggio che noi stiamo sbattendo con questo qua». Il pm in aula non ha usato mezzi termini. «Questa storia è costellata di falsi, da dopo il pestaggio e proseguita in maniera ossessiva anche dopo la morte di Cucchi. C'è stata un'attività di inquinamento probatorio che ha indirizzato in modo scientifico prove verso persone che non avevano alcuna responsabilità e che sono state sottoposte a giudizio», ha affermato in apertura dell'udienza del processo a carico di 5 carabinieri, tre dei quali per omicidio preterintenzionale, per la vicenda della morte di Cucchi.
E oggi c'è stata anche una fugace visita a sorpresa del ministro della giustizia, Alfonso Bonafede che si è intrattenuto pochi minuti con Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, e con l'avvocato Fabio Anselmo. «Ho detto a Ilaria Cucchi che stiamo lavorando affinché casi come questi abbiano giustizia in tempi brevi.
Il Mattino