«Il Sud ha bisogno di infrastrutture fondamentali. Dobbiamo lavorare all'alta velocità anche al Sud e in particolare in Puglia», ha garantito dalla Fiera...
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I FONDI
Per quest'opera ci sarebbero già i fondi per velocizzare i cantieri. Rientrerebbero nel maxi stanziamento sbloccato dal Cipe nello scorso giugno, quando il Comitato ha approvato l'Addendum Piano Operativo infrastrutture con una dotazione finanziaria di 5.430,99 milioni di euro per gli anni 2014-2020. Di questi 4 miliardi sono destinati al Sud. Ed è lunga la lista delle infrastrutture finanziate anche se con fondi sufficienti soltanto per iniziare i lavori: nel 2018, per esempio, sono a disposizione meno di 20 milioni di euro. Oltre alla Napoli Bari, ci sono la velocizzazione della Tirrenica sud, il collegamento Catania-Palermo, il completamento della Linea 1 della metropolitana di Napoli e l'estensione della 6, il potenziamento della rete ferroviaria di Cagliari, il rifacimento di quella tranviaria di Messina, l'estensione della Circumetnea a Catania. Sul versante stradale abbiamo invece pezzi della Jonica in Calabria, la Fortorina in Campania, il corridoio Potenza-A3-Lagonegrese in Basilicata, la Palermo Agrigento e la Licodia-Eubea in Sicilia.
LE ARTERIE
Sempre dal governo fanno notare che in questi giorni gli uffici del Mit, accanto al parere sulla Tav Napoli-Bari, hanno due priorità da sbloccare nei prossimi giorni. Sul versante della Jonica si è chiesto all'Anas di velocizzare il progetto esecutivo per mettere in sicurezza i 70 più pericolosi chilometri della statale che va da Reggio Calabria e Taranto: quelli tra i comuni di Cassano Jonio, Corigliano e Rossano, dove si sono registrate più vittime. Parallelamente alla velocizzazione dei binari tra Salerno e Reggio Calabria, il ministero vuole sistemare il pezzo di linea che da Villa San Giovanni va verso la zona di Gioia Tauro. Bisogna rendere più lineare il tragitto, per ridurre i tempi di percorrenza dalla Sicilia verso il continente.
Queste le priorità e le opere che potrebbero subito canteriabili. Ma più in generale e a differenza di quanto avvenuto nel Nord Italia - la Tav in Val Susa, la Pedemontana o il Passante di Bologna - i Cinquestelle non hanno messo mai in discussione le infrastrutture al Sud. In quest'ottica l'unica incognita dell'area riguarda il Tap, il gasdotto dall'Azerbaigian che dovrebbe approdare sulle coste salentine a San Foca, tra le proteste degli ambientalisti, del governatore Emiliano e degli stessi grillini. Dal fronte azero minacciano penali stratosferiche (tra i 40 e i 70 miliardi di euro) che però non sarebbero comprovate dai contratti, la Bei ha confermato un prestito da 1,5 miliardi di euro sui 4,5 totali, mentre anche la pasionaria Barbara Lezzi si mostra cauta: «Abbiamo fatto un contratto di governo in cui con l'altra parte contraente abbiamo stabilito di fare un'analisi costi-benefici a cui sta lavorando Conte insieme a qualcun altro del governo. Prenderemo una decisione quanto prima sulla base di dati oggettivi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino