Aspettano di poter tornare in Italia, uniti dallo choc ancora forte ma anche da un destino che per loro è stato favorevole, i cinque amici scampati alla strage di Capodanno...
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La compagnia intende mantenere l'assoluto anonimato per questioni professionali e per non interferire con l'attività di indagine condotta dal governo turco dopo la strage. «Le autorità turche hanno comunicato di aver terminato le operazioni di identificazione di coloro che sono stati coinvolti nell'attentato e si può, quindi, escludere la presenza di italiani tra le vittime», ha assicurato in una nota il ministro degli Esteri, Angelino Alfano. «In questi giorni - ha proseguito - il nostro Consolato Generale a Istanbul e l'Unità di Crisi della Farnesina hanno lavorato, con grande impegno e senza risparmio di energie, per assistere adeguatamente i nostri connazionali che si trovavano sui luoghi dell'attentato e i familiari e gli amici che chiedevano notizie dei loro cari».
Il gruppo dei cinque italiani ha riferito a Trc di aver udito gli spari provenire dalla scala della pista centrale del Reina, ma anche dal primo piano dello stabile, dove si trova il ristorante giapponese. Provvidenziale, per il gruppo, è stato il gesto istintivo di abbassarsi cercando di ripararsi dietro ai tavoli del cenone per evitare le raffiche. Successivamente, i cinque sono riusciti ad allontanarsi mentre nel locale si era scatenato il panico, con la calca nelle possibili vie di fuga. Minuti che difficilmente i cinque amici riusciranno a scordare, in un locale addobbato a festa per lo scoccare del nuovo anno. Una discoteca molto nota, il Reina, dove è stato diverse volte un altro modenese, Giovanni Guidetti, allenatore di pallavolo da anni alla guida della squadra femminile del Vakifbank Istanbul.
Come lui, è tecnico di un team di volley della metropoli turca un suo concittadino, Massimo Barbolini, tornato ieri sul Bosforo per riprendere gli allenamenti con l'Eczacibasi. I due tecnici si dovranno affrontare il 15 gennaio in una partita di Champions League. Come i concittadini sfiorati dalla strage, entrambi a Istanbul hanno trovato stimolanti opportunità professionali, come loro però si trovano immersi ora in un contesto a forte rischio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino