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DIVARIO ITALIANO
Ma a destare maggiore preoccupazione dovrebbe essere la differenza in capacità di apprendimento e competenze tra gli studenti nelle varie aree del Paese dove emerge una netta prevalenza - quanto a skill - degli studenti del Nord Est, mediamente più bravi sia in lettura, sia con i numeri, sia in applicazioni scientifiche. Insomma, il report restituito soltanto qualche mese fa dall'esito delle prove Invalsi, sembra essere confermato: è low performer in matematica il 15% degli studenti del Nord Italia e oltre il 30% dei colleghi del sud. È low performer in scienze il 15-20% di studenti del Nord Italia e oltre il 35% di quelli del sud. Ma è sulla lettura (comprensione, valutazione del testo scritto) che il Mezzogiorno arranca in maniera drammatica: il coefficiente per il Sud si ferma a 453 contro il 484 del Centro, il 501 del Nord Est e il 498 del Nord Ovest (media Ocse 487). Risultati che fanno rabbrividire Anna Maria Ajello, presidente Invalsi, spingendo il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti ad ammettere che «paghiamo un forte disinteresse nei confronti della scuola almeno negli ultimi venti anni». E se si guarda indietro, i nostri ragazzi sono pure peggiorati: meno 11 punti rispetto al 2000; meno 10 rispetto al 2009 nelle competenze di lettura. Di più: soltanto un 15enne su 20 è in grado di distinguere fatti da opinioni nella interpretazione di un testo scritto relativo «ad argomento non familiare». Né può consolarci il fatto che le performance dei liceali (522 punti) siano marcatamente superiori (scuola classista?) rispetto agli studenti degli istituti tecnici (482) e professionali (405). Ma cosa consiglierebbero a tre coetanei - Anna, Cristopher e Sam - se, trovandosi negli Usa, la loro caffetteria preferita decidesse di abolire il latte vaccino e vendere solo latte di soia? Ah, se non otterrete risposta è perché tra i banchi in Italia ci si assenta di più. E ci si comporta peggio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino