Studio cervello, salto nel futuro grazie a neuroinformatica e IA: le novità al congresso della Società italiana neuroscienze

Studio cervello, salto nel futuro grazie a neuroinformatica e IA: le novità al congresso della Società italiana neuroscienze
La genetica molecolare, che rappresenta una speranza per la cura di malattie correlate all'invecchiamento come Parkinson e Alzheimer, ma anche di malattie infiammatorie che...

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La genetica molecolare, che rappresenta una speranza per la cura di malattie correlate all'invecchiamento come Parkinson e Alzheimer, ma anche di malattie infiammatorie che colpiscono i giovani, come la sclerosi multipla. Ma anche la neuroinformatica e l'intelligenza artificiale. È una finestra sul futuro quella che si è aperta al congresso nazionale della Società Italiana di Neuroscienze (Sins) che si tiene in formato virtuale fino ad oggi. «Oggi - spiega Paolo Calabresi, presidente Sins, Direttore della Uoc di Neurologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs - disponiamo di nuove tecniche per studiare il cervello, come l'optogenetica che utilizza la luce per accendere o spegnere i neuroni e i circuiti del cervello. Questa metodica in futuro potrebbe essere utilizzata non solo come strumento diagnostico, ma addirittura per trattare alcune malattie neurologiche, come l'epilessia, patologia caratterizzata da un'aumentata eccitabilità dei neuroni. Al congresso verranno presentate anche delle ricerche sulle cellule pluripotenti che, dopo essere state sdifferenziate a partire da cellule della cute, vengono indirizzate a specializzarsi in cellule nervose; queste potrebbero essere un giorno utilizzate per sostituire i neuroni cerebrali, degenerati in malattie come l'Alzheimer e il Parkinson».

 

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Anche altri temi, come su come l'intelligenza artificiale possa intervenire nell'interpretazione della molteplicità dei dati che emergono dagli studi sul cervello, saranno affrontati partendo da basi attuali e guardando al futuro. «Uno studio del Gemelli - conclude Calabresi - dimostra come l'intelligenza artificiale possa essere utilizzata per interpretare i dati clinici dell'ictus per creare poi modelli predittivi preziosi per strutturare percorsi diagnostico-terapeutici di precisione. Nella ricerca che verrà presentata al congresso, tutte le informazioni raccolte in pronto soccorso, relative agli accessi per ictus, sono state elaborate ed utilizzate per indirizzare le procedure diagnostiche e cliniche dei futuri eventi, per disegnare dei protocolli che consentano di abbreviare i tempi diagnostici, offrire una terapia su misura, e predire quale sarà l'esito dell'evento ischemico». 

 

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Il Mattino