OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Le continue violenze, minacce e botte subite dal marito non sono un «caso di gravità estrema, assolutamente fuori da ogni possibile previsione, eccezionale ed inevitabile» secondo la commissione Tributaria di Varese che in questo modo ha deciso che una trentaseienne della provincia debba rimborsare all'Agenzia delle Entrate le agevolazioni fiscali per l'acquisto della prima casa (presa con l'uomo) e poi venduta prima che fossero passati cinque anni.
Una decisione che le ha fatto male «non solo per il dolore fisico e psicologico che ho affrontato», ha raccontato al Messaggero, ma «anche perché con la vendita della casa ho potuto ritrovare un pò di autonomia e mantenere il bambino senza l'ausilio di nessuno».
Una storia di tormenti che si è chiusa nel 2017 quando l'uomo, che era in una struttura psichiatrica, si è tolto la vita. Ma per la donna, le tribolazioni non sono finite. Quando ha venduto la prima casa presa con il marito, l'agenzia delle Entrate le ha chiesto il rimborso delle agevolazioni fiscali perché non erano ancora passati cinque anni dall'acquisto. E per ottenerlo si è rivolto alla commissione Tributaria. La Commissione con sentenza del 22 febbraio pubblicata il 6 maggio ha dato ragione al fisco.
«La legge che vieta la cessione prima di cinque anni - hanno spiegato i legali della donna Filippo Caruso e Giorgio Prandelli - prevede la deroga in caso di fatti gravi e imprevedibili, come ci sembra possa essere una vicenda terribile come una prolungata violenza sessuale e psicologica. Eppure abbiamo scoperto che per i tre giudici della commissione Tributaria di Varese un dramma come quello ben descritto dai Carabinieri e dal Gip si possono considerare fatti non di estrema gravità».
Leggi l'articolo completo suIl Mattino