A distanza di oltre trent'anni la morte di Kylie Maybury, una bambina di sei anni di Preston East, Melbourne, ha un colpevole. L'australiano Gregory Keith Davies ha...
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La sentenza verrà emessa ufficialmente a dicembre, ma - ergastolo o meno - la condanna non potrebbe mai essere inferiore ai 25 anni. "La realtà è che morirà in prigione", ha ammesso il suo avvocato.
Era il maggio del 1984 quando Kylie si allontanò da casa per andare nel negozio di alimentari della zona per comprare un pacco di zucchero per sua madre. Da quel momento si persero le tracce. Il giorno dopo il corpicino fu ritrovato senza vita in una fogna. La piccola era stata stuprata, drogata e soffocata a morte.
Il suo assassino è stato identificato solo nel 2016, quando il Dna di Davies è stato abbinato allo sperma trovato sui vestiti e sui genitali di Kylie. Nel 1971 l’uomo era stato scagionato dall’accusa di tentato omicidio nei confronti di un quattordicenne perché i suoi avvocati avevano invocato l’infermità mentale. Il 75enne in carcere è stato oggetto di atti di persecuzione da parte di altri detenuti: a settembre gli sarebbe stata gettata dell’acqua bollente sul pube, lasciando il 15% del suo corpo ustionato, come riporta il Daily Mail.
La madre della bambina, Julie Ryan, ha dichiarato di non aver mai smesso di piangere e che la morte della figlia “ha distrutto” la sua vita e l'ha portata in “un tunnel fatto di alcol e pasticche". "È un dolore che non puoi descrivere, non puoi mai guarire da una ferita del genere". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino