L’economia delle regioni del Sud non sta vivendo un momento particolarmente felice. La società è attraversata da preoccupanti fenomeni di...
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Gli Stati generali della letteratura del Sud, terza edizione, che si aprono questo pomeriggio a Potenza e continueranno fino a domenica anche a Salerno e a Cetara in Costiera amalfitana, nascono proprio dalla constatazione del rilievo enorme che immagine e immaginario, con riferimento a uno specifico territorio, hanno nel mondo contemporaneo. E dall’idea che la letteratura, e meglio potremmo dire la cultura, se con questa parola ci riferiamo a un ramificato sistema in cui stanno il patrimonio storico-artistico, il paesaggio, la cultura materiale, le produzioni creative, sia una leva decisiva (forse la principale) per mettere in moto quello sviluppo cui tanto aneliamo. Questo è in effetti un tema da esplorare con curiosità: la crisi economica è spesso un acceleratore della creatività, anche letteraria, e al contempo la creatività, anche letteraria, può rappresentare un aiuto per uscire dalla crisi. Nell’America del New Deal che rispondeva alla Grande Depressione, tra i tanti progetti lanciati dall’amministrazione Roosevelt ci fu anche il Federal Writers’ Project che, come dice il nome, puntava a dare lavoro agli scrittori, cioè a una delle molte categorie di lavoratori che la crisi aveva buttato in mezzo a una strada. Grazie a quel Progetto fu per esempio realizzata la collana delle guide di tutti gli allora 48 stati d’America, ed è il caso di dire che ne vennero fuori guide di una qualità mai vista. Quei lavoratori che potevano chiamarsi Nelson Algren e John Cheever, Ralph Ellison e Kenneth Rexroth, Zora Neale Hurston e Saul Bellow, resero insomma un servizio al proprio Paese, il quale, peraltro, aveva saputo affidarsi a loro. Per competenza.
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Il Mattino