Super Green pass, l'ultima battaglia sul decreto: no ai controlli in strada

Super Green pass, l'ultima battaglia sul
Battaglia durissima per Mario Draghi quella combattuta ieri l’altro per arrivare ad un decreto che alla fine accontenta e scontenta tutti i partiti della larga maggioranza...

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Battaglia durissima per Mario Draghi quella combattuta ieri l’altro per arrivare ad un decreto che alla fine accontenta e scontenta tutti i partiti della larga maggioranza allo stesso modo. I ministri Speranza e Franceschini, insieme a tutti i presidenti di regione del Pd, avrebbero voluto chiudere al scuola e mandare tutti in dad perché, è la battuta che circola a Palazzo Chigi, «questa è la sinistra che abbiamo: vuole i ristoranti aperti e le scuole chiuse». Ma anche la Lega dei ministri Giorgetti e Garavaglia ha dovuto cedere al non gradito l’obbligo vaccinale per gli over50, salvo prendersela poi con i colleghi di FI che hanno sostenuto la battaglia.

Ovvio, quindi, che la stesura nel dettaglio del decreto risenta del durissimo scontro interno alla maggioranza. E che anche le sanzioni riflettano l’esigenza di non aumentare la tensione soprattutto con Matteo Salvini. Su tutti le misere cento euro una tantum poste come multa per chi non si vaccina, lavoratori e non. Una sanzione esigua, se paragonata al criterio dell’obbligo che viene per la prima volta imposto a tutti gli over50 che, se non lavorano, possono alla fine cavarsela con poco, anche se sarà difficile sfuggire visto che sarà l’Agenzia delle Entrate ad irrogare la multa incrociando i dati con le Asl. Un sistema che evita gli assai controversi controlli in strada e negli esercizi (anche pubblici). Il nodo dei controlli è lo stesso che ha riguardato anche i precedenti decreti.

 Il testo definitivo del provvedimento del governo di due giorni fa è ancora oggetto di limature e aggiustamenti presso il dipartimento affari giuridici di Palazzo Chigi. Ancora ieri nonostante la giornata dell’Epifania, i tecnici hanno lavorato full immersion per dirimere le questioni aperte, a cominciare dall’accertamento dell’obbligo della violazione vaccinale che il provvedimento ha imposto agli over 50. In capo a chi ricade il controllo del rispetto dell’obbligo e non del possesso del green pass? Un esempio eloquente: la patente può essere controllata solo da un pubblico ufficiale, nel caso della verifica dell’obbligo di vaccino in capo a chi ricadrebbe questo compito? I temi sono due: la verifica dell’accertamento se realmente il soggetto obbligato ha fatto la vaccinazione e, in caso contrario, l’entità della sanzione che dovrebbe essere di appena 100 euro, una cifra voluta dalla Lega. Sul tavolo degli sherpa ci sarebbe il caso in cui il 50enne non ottemperasse all’obbligo e fosse costretto così a pagare la multa: sarebbe autorizzato ad entrare in azienda? Certamente non può entrare, ma fino a quando? 

La soglia dei 50 anni per statuire l’obbligo di vaccino è stata scelta perché corrisponde alla fascia di età più riottosa alla immunizzazione. Poi altro fronte giuridico aperto riguarda il fatto che le norme introdotte con un dl devono avere carattere di “necessità e urgenza”, caratteristica che potrebbe non essere presente nel testo e il presidente della Repubblica dovrà valutare l’esistenza delle due condizioni, anche se la sola emergenza pandemica ha sinora permesso il varo di decreti sicuramente istituzionalmente più corretti dei consueti Dpcm. 

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Il Mattino