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Poco più di 9 miliardi di euro contro il caro energia. Il governo ha licenziato ieri sera l’atteso dl Aiuti quater, un provvedimento che - per usare le parole del premier Giorgia Meloni - ha concentrato «le risorse a disposizione per aiutare gli italiani a far fronte all’aumento del costo dell’energia, senza disperdere risorse in bonus inutili».
E quindi ecco che all’interno del testo, illustrato a lungo ieri in Cdm dal ministro Giancarlo Giorgetti, compaiono la proroga fino a fine anno dei crediti d’imposta e del taglio alle accise, l’aumento a 5mila euro del tetto al contante, la norma per l’incremento della produzione di gas naturale e per le trivellazioni. Tema sul quale però, il ministro Roberto Calderoli si è polemicamente schierato al fianco del governatore veneto Luca Zaia che si è detto contrario alla misura.
Un intervento corposo che ha al suo interno anche la modifica del Superbonus, con il passaggio del sussidio dal 110 al 90%. Una norma che ieri è finita anche al centro di un’altra polemica all’interno della maggioranza, con Forza Italia che aveva fatto trapelare una certa insoddisfazione nei confronti di un provvedimento «calato dall’alto, senza confronto». L’agitazione azzurra, spinta dall’insofferenza di alcune associazioni di categoria, è in realtà poi rientrata. A frenare le voci il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo che ha ridimensionato la portata delle voci: «Nessuna irritazione da parte nostra» ma gli impegni con gli imprenditori «vanno mantenuti. Niente retroattività». In pratica una «normale dialettica». A sentire diversi deputati di Lega e FI però, la faccenda non è stata archiviata con tale velocità. «Non andiamo allo scontro - spiega un’autorevole fonte azzurra - ma ci aspettavamo un tavolo non un’imposizione come questa. Modificheremo la norma in Aula». In Cdm tuttavia il provvedimento è stato votato all’unanimità (al pari delle trivelle), senza particolari resistenze da parte di FI o Lega. Un clima di «concordia assoluta» spiegano alcuni ministri, cementato dall’informativa del ministro Piantedosi sulla questione migranti e da quella del premier Meloni e del sottosegretario Mantovano sulla liberazione di Alessia Piperno.
In ogni caso il Superbonus ora cambierà.
Nel decreto presentato ieri dal governo c’è anche una “clausola di salvaguardia”. Chi ha presentato la Cila prima dell’entrata in vigore del decreto, potrà usufruire ancora del 110 per cento. Nulla invece, almeno per ora, sullo sblocco dei 6 miliardi di euro di crediti congelati nei cassetti fiscali delle imprese perché il sistema bancario e le Poste hanno bloccato le cessioni. Ieri l’Abi, l’associazione delle banche, e l’Ance, quella dei costruttori, hanno scritto una lettera al governo per chiedere un intervento urgente. Le imprese e le banche hanno posto l’attenzione sulla gravità della situazione nella quale si trovano, oramai da mesi, migliaia di cittadini e imprese che hanno fatto affidamento su misure di incentivazione indirizzate verso l’efficientamento energetico e sismico. In bilico ci sono 30 mila impresa che tutte insieme occupano oltre 150mila addetti. Ieri, intanto, grazie ai buoni dati sull’inflazione americana, lo spread tra Btp e i Bund tedeschi ha chiuso sotto la soglia psicologica dei 200 euro.
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