Tamponi, la guida: dal molecolare al rapido i pro e i contro (e quale fare per Natale)

Tamponi, la guida: dal molecolare al rapido i pro e i contro (e quale fare per Natale)
Se c’è qualcosa che la pandemia ha insegnato a tutti è che oltre a prevenire il Covid-19 (attraverso il distanziamento sociale o la vaccinazione) e trattarla...

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Se c’è qualcosa che la pandemia ha insegnato a tutti è che oltre a prevenire il Covid-19 (attraverso il distanziamento sociale o la vaccinazione) e trattarla in modo adeguato è importante tracciarne i casi. I test, infatti, permettono di poter capire se si è positivi (con o senza sintomi) se si è negativi, se si è stati in contatto con il virus o se si è avuto la malattia senza saperlo.

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Il test “molecolare”

Viene fatto grazie a un tampone naso-orofaringeo ed è il più attendibile. Permette di rilevare l’Rna, il genoma del virus Sars Cov-2 grazie al metodo Rt-Pcr (Reverse Transcription-Polymerase Chain Reaction, la Reazione a catena della polimerasi). È il sistema più preciso, ad ora, e ha una grande capacità di trovare i positivi. In tre/sei ore è possibile avere un risultato. È quel test che viene fatto quando ci sono sospetti con i sintomi, quando si deve andare a contatto con persone fragili o in comunità chiuse. Ci sono anche test salivari molecolari che hanno una sensibilità tra il 77% e il 93%. Il test si può fare solo nelle reti di laboratorio autorizzate.

Come funziona

Pro: attendibilità, fotografa la situazione in tempo reale

Contro: il fastidio del tampone, i tempi rispetto all’antigenico rapido

Il test “antigenico rapido”

Serve principalmente per indagini di screening. Ha un costo ridotto rispetto al molecolare e il suo risultato arriva velocemente (di solito, entro 15 minuti). Non serve per trovare l’Rna del virus ma le proteine virali (cioè, gli antigeni). Proprio per questa ragione viene chiamato test antigenico. Non ha la stessa affidabilità del molecolare, anche se i test di ultima generazione, quelli a immunifluorescenza con lettura ‘in microfluidica’ sembrano avere risultati sovrapponibili ai molecolari. Anche in questo caso ci sono test salivari, che al momento non sono raccomandati come alternativa ai tamponi naso-orofaringei. Se si ha una bassa carica virale il test antigenico rapido può essere inutile e generare un falso negativo. Il test si può fare anche da medici di famiglia, pediatri di libera scelta e nelle farmacie.

Pro: costo basso, velocità del risultato, fotografa la situazione in tempo reale

Contro: minore affidabilità rispetto al tampone

Guida fai da te all'antigenico

Di questi test esistono versioni che è possibile acquistare e portare a casa. Ma come si fanno? Con un bastoncino di cotone si prende un po' di materiale biologico nelle prime vie respiratorie in bocca e nel naso. Lo si fa ruotare in entrambe le nadici e, una volta fatto, lo si mette nel reagente. Il tampone va messo poi nella provetta in dotazione con il liquido reagente. Dopo circa un minuto qualche goccia di questa soluzione va messa nel test, dentro lo spazio con la lettera S. In poco tempo arriva una risposta. Se c’è una sola linea, (in corrispondenza della C) vuol dire che è negativo, se ce ne sono due (una sulla C e una sulla T), è positivo, se c’è solo una linea in corrispondenza della T o non ci sono proprio linee, il test è sbagliato ed è necessario rifarlo.

Il test sierologico

Basta una goccia di sangue (un po’ come si fa per la rilevazione della glicemia), per capire se c’è stato un contatto con il virus Sars Cov-2. Se si è positivi, ma si vuole capire se si ha in questo momento un’infezione da coronavirus, è poi necessario fare un test molecolare. Va a cercare la presenza delle Igm (prodotte dopo l’entrata in contatto con il virus) e delle Igg (che indicano se c’è una memoria immunitaria, quindi se l’infezione è avvenuta e passata da tempo). I test possono essere qualitativi o quantitativi: con i primi valutano la presenza anticorpale o meno, con i secondi si valuta il livello anticorpale.

Pro: costo basso, fotografa la storia dell’infezione virale

Contro: non dice se è in corso l’infezione

Come funziona: Quello qualitativo si fa grazie a un pungidito, un prelievo di sangue capillare che si prende da uno dei polpastrelli della mano. Sangue e reagente vanno messe nel campione. Se il test corrisponde alla lettera C vuol dire che non abbiamo mai avuto contatto con il virus, se va su Igg vuol dire che abbiamo gli anticorpi e Igm se c'è stato un contatto più recente.

È necessario fare il test sierologico prima del vaccino?

No. Ad ora non serve. Lo ha ribadito il ministero della Salute alla luce delle indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. «L’esecuzione di test sierologici volti a individuare la positività anticorpale nei confronti del virus o di altro tipo di test, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale», ha scritto in una circolare il direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero, Giovanni Rezza.

 

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Il Mattino