Padova, mazzette e minacce all'obitorio: gli impresari delle pompe funebri costretti a pagare per riavere le salme

Padova, mazzette e minacce all'obitorio: gli impresari delle pompe funebri costretti a pagare per riavere le salme
C'è un giro di presunte mazzette pagate da alcuni impresari delle onoranze funebri agli operatori dell'ospedale di Padova addetti alla vestizione e alla...

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C'è un giro di presunte mazzette pagate da alcuni impresari delle onoranze funebri agli operatori dell'ospedale di Padova addetti alla vestizione e alla conservazione delle salme all'obitorio alla base dell'inchiesta della Procura patavina chiusa con la richiesta del giudizio per 42 persone. Sono accusate a vario titolo di corruzione, truffa e falso.


Nel corso dell'udienza preliminare, davanti al gup Domenica Gambardella, gli avvocati di alcuni imputati hanno chiesto che il reato di corruzione venga derubricato in concussione per induzione. A detta dei legali, i titolari delle ditte di pompe funebri sarebbero stati vittime di un sistema corruttivo "costruito" dai dipendenti pubblici. Il meccanismo era stato portato alla luce dalla squadra di polizia giudiziaria della Procura di Padova; i reati sarebbero stati commessi tra il 2014 e il 2015. Nei primi interrogatori alcuni impresari, interrogati dal pubblico ministero, hanno raccontato la loro versione. Mance in nero che le pompe funebri avrebbero dovuto versare ai dipendenti dell'obitorio per ritirare le salme. Pena il trovarsi davanti a corpi in condizioni tremende, lasciati per giorni interi fuori dalle celle frigorifere come punizione per la mancata riverenza. Vuoi trovare i cadaveri ben conservati e preparati? Allora paga. Questo il succo del meccanismo, almeno secondo i titolari delle onoranze funebri.“

L'ipotesi di accusa è che le ditte di onoranze funebri abbiano pagato in contanti, ogni volta, fra i 30 e 40 euro gli addetti infedeli che svolgono i servizi di vestizione e conservazione delle salme, per evitare di versare il ticket di 75 euro alle casse dell'ospedale, previsto dalla norma per questa attività di cura del defunto, fino alla riconsegna del corpo ai familiari. La difesa di alcuni imprenditori ha puntato sulla coercizione, imposta da un ricatto dei dipendenti dell'ospedale. La decisione del giudice arriverà il 13 dicembre prossimo. 
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Il Mattino