Taser, l'allarme del cardiologo napoletano: «Può uccidere, serve un corso di medicina per gli agenti»

Taser, l'allarme del cardiologo napoletano: «Può uccidere, serve un corso di medicina per gli agenti»
La scarica elettrica emessa dal Taser, in alcune condizioni particolari - come già accaduto in molti casi negli Stati Uniti - può anche uccidere, «soprattutto...

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La scarica elettrica emessa dal Taser, in alcune condizioni particolari - come già accaduto in molti casi negli Stati Uniti - può anche uccidere, «soprattutto se chi lo usa non è a conoscenza di alcune precauzioni da adottare». Per questo «nei corsi di addestramento dovrebbero essere inserite nozioni di medicina, così da scongiurare rischi di morte per il soggetto colpito e tutelare il poliziotto che, usando il Taser, non ha intenzione di uccidere». Lo afferma Maurizio Santomauro, cardiologo del Policlinico universitario Federico II di Napoli e presidente del Gruppo intervento emergenze cardiologiche (Giec), commentando all'AdnKronos Salute l'ok del Consiglio dei ministri al regolamento sull'uso della pistola a impulsi elettrici in dotazione delle Forze di polizia.

 
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Il cardiologo - precisando di non essere contrario all'utilizzo del Taser per le forze di sicurezza - spiega che «il Taser spara due freccette collegate tramite dei fili elettrici che, a loro volta, producono una scarica ad alta tensione (in genere 50 mila volt), ma a basso amperaggio (tra i 6 e i 10 milliampère), rilasciata in brevissimi impulsi ravvicinati. Per ottenere l'effetto desiderato entrambe le freccette devono colpire il bersaglio. E sono proprio questi impulsi i responsabili potenziali di un'aritmia cardiaca, oltre che della contrazione dei muscoli periferici». Aritmia che, in particolari condizioni e soprattutto in soggetti cardiopatici o sotto effetto di stupefacenti o di ebbrezza, può portare alla morte.
 
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Per questo, secondo il cardiologo, non è sufficiente ciò che è contenuto nel protocollo di addestramento impartito ai poliziotti, ma «devono essere istruiti con elementi di medicina, come ad esempio quella di non colpire una precisa area del cuore e di non dare più scariche di seguito e ravvicinate: due elementi questi che favoriscono l'induzione di un'aritmia».

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Non solo. Secondo Santomauro, inoltre, «bisognerebbe fare come accade in Svizzera dove la Gendarmerie è dotata da anni di Taser, ma anche di defibrillatori semi-automatici, in modo che in caso di malore pericoloso per la vita i poliziotti possano prestare subito un primo soccorso, e non limitandosi a chiamare il 911 come accade negli Stati Uniti con il rischio che l'ambulanza arrivi tardi». A proposito degli Usa, dove il Taser è in uso dal 2001, l'esperto riporta che il Taser «ha provocato moltissime morti, forse centinaia, anche se sono solo 12 quelle per le quali è stato accertato il nesso causale». Il presidente del Giec riferisce infine di aver inviato all'Istituto superiore di sanità, a gennaio 2019, la richiesta di creare un tavolo di lavoro medico-scientifico sull'uso del Taser in Italia, senza però aver avuto nessuna risposta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino