Esplosivo nascosto nel latte per neonati, per costruire una bomba da far esplodere in volo sugli aerei in partenza dagli aeroporti internazionali, tra cui anche quelli italiani....
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Allo stato, viene sottolineato, l'offensiva dell'Isis in Siria e in Iraq e le minacce dei suoi membri all'occidente, fanno dell'Italia, come degli altri paesi dell'Ue, un obiettivo possibile dei fondamentalisti. Ma non ci sarebbero al momento elementi nè informazioni d'intelligence che fanno ritenere il nostro paese al centro di un possibile attacco.
L'attenzione degli investigatori e degli 007 continua dunque a concentrarsi sui due aspetti più temuti: i foreign fighters, vale a dire gli europei che dopo aver combattuto in Siria e in Iraq tornano nei loro paesi d'appartenenza, e i 'lupi solitari' jihadisti individuali radicalizzatisi soprattutto sul web che potrebbero dar vita a eventuali iniziative estemporanee. Sarebbero una trentina, secondo i dati più aggiornati, i combattenti partiti dall'Italia ma non vi sarebbero ancora stati «rientri significativi».
La situazione viene comunque costantemente monitorata e sono state intensificate le attività di controllo dei circuiti legati all'estremismo islamico. La notizia dell'esplosivo nascosto in latte per neonati è contenuta in una nota operativa riservata, secondo quanto ha scritto il quotidiano 'Il Tempo', che è stata trasmessa dai nostri 007 agli uffici della Polaria, la polizia aeroportuale «Gruppi terroristici - si legge nel documento - potrebbero adottare un nuovo metodo per occultare ai controlli di sicurezza materiale esplosivo da introdurre a bordo di aeromobili».
In sostanza i terroristi potrebbero utilizzare «scatole di latte per neonati riempite con un composto di ammonio, zucchero in polvere, cloridrato di potassio e di zolfo, nonchè un apparecchio elettronico (cellulare, radio, ecc) con funzione di detonatore». I componenti della bomba, sostiene ancora la nota riservata, «potrebbero essere suddivisi tra più soggetti per essere assemblati a bordo del velivolo scelto come obiettivo». Per questo si richiede al personale negli scali aeroportuali «la massima attenzione durante i controlli di passeggeri in partenza, dei bagagli e delle merci, onde garantire il massimo scrupolo operativo».
Nei principali scali italiani, soprattutto Fiumicino e Malpensa, in realtà i controlli erano già stati intensificati a seguito della circolare inviata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza subito dopo l'uccisione del giornalista americano James Foley nella quale si chiedeva di prestare la massima attenzione sugli obiettivi sensibili, tra cui appunto gli aeroporti, e potenziare le verifiche su passeggeri e bagagli in partenza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino