I test vanno avanti, gli esperimenti proseguono: l'azienda farmaceutica americana Eli Lilly annuncia oggi che i primi pazienti hanno ricevuto una dose di un anticorpo...
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I primi pazienti coinvolti nello studio hanno ricevuto la loro dose nei principali centri medici degli Stati Uniti, tra cui la NYU Grossman School of Medicine e il Cedars-Sinai di Los Angeles. «Entro la fine del mese - ha specificato Daniel Skovronsky, direttore scientifico e presidente di Lilly Research Laboratories - esamineremo i risultati di questo primo studio sull'uomo e intendiamo avviare prove di efficacia più ampie».
«Contemporaneamente alle indagini sulla sicurezza e sull'efficacia, stiamo anche avviando - prosegue - la produzione su larga scala di questa potenziale terapia: se LY-CoV555 diventerà parte della soluzione a breve termine per Covid-19, vogliamo essere pronti ad assicurarlo ai pazienti il più rapidamente possibile, con l'obiettivo di rendere disponibili diverse centinaia di migliaia di dosi entro la fine dell'anno». Se i risultati della fase 1 mostreranno che l'anticorpo può essere somministrato in modo sicuro, Lilly prevede di passare alla fase successiva del test, studiando LY-CoV555 in pazienti Covid-19 non ospedalizzati. La società prevede inoltre di studiare il farmaco sul fronte preventivo, concentrandosi su popolazioni di pazienti vulnerabili che storicamente non sono candidati ottimali per i vaccini.
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«Siamo impegnati a lavorare con i nostri partner del settore per generare prove scientifiche in grado di soddisfare l'urgente necessità di trattamenti che riducano la gravità della malattia Covid-19», ha dichiarato Mark J. Mulligan, direttore della divisione di malattie infettive e immunologia e direttore del Vaccine Center presso la NYU Langone Health. «I trattamenti con anticorpi come quello qui studiato promettono di essere efficaci contromisure mediche per questa infezione mortale», ha aggiunto Mulligan. «Siamo grati di collaborare con i colleghi di AbCellera, del Niaid e delle numerose istituzioni accademiche che ci hanno aiutato a raggiungere questo traguardo nella lotta dell'umanità contro Covid-19 - ha concluso Skovronsky - una malattia che, ricordo, è stata caratterizzata per la prima volta solo 6 mesi fa. Abbiamo il privilegio di aiutarci per la messa a punto del primo potenziale nuovo farmaco specificamente progettato per attaccare il virus.
Il Mattino