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«I minorenni dovrebbero poter accedere in autonomia ai test per l’HIiv e per le infezioni sessualmente trasmissibili. Questo a condizione che ciò avvenga in un contesto protetto e dedicato nell’ambito del Servizio sanitario nazionale e che, in caso di positività al test, i genitori o il tutore siano immediatamente avvertiti al fine di garantire un adeguato supporto ai ragazzi nel gestire le emozioni provocate dalla notizia e nell’affrontare la terapia». In occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, che ricorre oggi, il 1° dicembre, il garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ribadisce una posizione già espressa, formata anche tenendo conto delle sollecitazioni della Consulta delle ragazze e dei ragazzi. E aggiunge: «Qualora il risultato fosse negativo, in ogni caso, i ragazzi dovrebbero seguire percorsi di consapevolezza e sostegno psico-sociale nell’ambito dei servizi offerti dalla sanità pubblica. È poi indispensabile promuovere capillarmente una cultura della prevenzione, anche nel campo delle tossicodipendenze, e un’educazione all’affettività e alle emozioni».
«È tempo che si prenda una decisione», rimarca Garlatti. «La mia preoccupazione, infatti, è che qualora abbiano un dubbio sull’essere entrati in contatto con il virus, per la paura di parlarne con i propri genitori i ragazzi rinuncino a sottoporsi al test o sottovalutino i rischi di una mancata diagnosi. Questo sarebbe un danno per la loro salute. Un accesso in autonomia ai test, invece, permetterebbe loro di ricevere una diagnosi precoce e di tutelare se stessi e gli altri in maniera efficace.
Il Mattino