Avrebbe falsificato il testamento olografo del suo datore di lavoro utilizzando una sua vecchia lettera. Testamento sul quale c’era scritto che le lasciava 389 mila euro sul...
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LA LETTERA. E veniamo a quella lettera trafugata trasformata in testamento. Subito dopo il decesso del sessantenne, è spuntato un testamento olografo che la donna ha consegnato nelle mani di un notaio. Essendo diventata la convivente del compianto Bruno Magnante, l’uomo le aveva ceduto ogni suo bene. Una delle due sorelle del defunto però, insospettita da quel foglio scritto a stampatello, ha presentato una denuncia alla procura della repubblica di Frosinone. Il fascicolo è finito nelle mani del pubblico ministero Di Cicco che ha affidato l’incarico di una perizia grafologica alla consulente Ornella Barberi.
LA PERIZIA. E proprio il risultato di questa perizia avrebbe stabilito che il testamento è totalmente falso. Di vero ci sarebbe soltanto la firma. Secondo le accuse mosse dalla procura , la badante, con un procedimento particolare aveva cancellato quello che stava scritto sulla lettera, lasciando soltanto la firma di Bruno Magnante. Poi, a stampatello, aveva scritto che il “testamento olografo” in cui il sessantenne le lasciava tutto il denaro depositato sul conto corrente ed i suoi tre immobili. Secondo la perizia effettuata dal perito grafologo, i caratteri non sono riconducibili alla mano del defunto. Ma c’è di più: addirittura in precedenza, su quel foglio c’era un altro testo che è venuto alla luce attraverso un procedimento chimico molto sofisticato. Il 4 febbraio prossimo la badante si dovrà difendere in udienza preliminare davanti al giudice dottoressa Ida Logoluso. Inutile dire che l’indagata nega fermamente di aver falsificato quel documento. Di certo c’è che le accuse nei suoi confronti sono pesanti. Si tratta appropriazione indebita e falso.
Eredità contesa, il tribunale respinge il ricorso dei familiari: i beni restano al capo dei vigili urbani di Sora Leggi l'articolo completo su
Il Mattino