Thailandia, niente baci e abbracci: i genitori dei baby calciatori aspettano dietro un vetro

Non hanno detto loro chi sarebbe stato portato fuori per primo. Dopo che la missione è riuscita, facendo esultare tutta la Thailandia e il resto del mondo, i nomi dei primi...

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Non hanno detto loro chi sarebbe stato portato fuori per primo. Dopo che la missione è riuscita, facendo esultare tutta la Thailandia e il resto del mondo, i nomi dei primi quattro ragazzi tornati alla luce non sono stati diffusi. Neppure quando erano già al sicuro all'ottavo piano dell'ospedale di Chiang Rai. Ancora non hanno potuto abbracciarli e coccolarli. Per i genitori dei piccoli «cinghiali» la paura dei primi giorni si è mescolata alla gioia e la speranza, ma anche all'incertezza e all'attesa. In alcuni video si vedono i familiari dei 12 ragazzi della squadra di calcio e del loro allenatore festeggiare, ma non conoscevano il nome di chi era stato portato in salvo. Solo ieri sono state organizzate le visite all'ottavo piano dell'ospedale di Chiang Rai, ma i genitori hanno potuto vedere e salutare i piccoli ricoverati solo dietro un vetro che evita i cotnatti.

 
In Thailandia, terra dei sorrisi ma soprattutto della superstizione, i venditori dei biglietti della lotteria che sono in ogni angolo insieme ai banchetti dello street food, stanno facendo affari d'oro con i numeri collegati alla storia del salvataggio dei ragazzi della grotta. Ma a vivere in una continua lotteria dal 23 giugno sono i genitori e i familiari dei calciatori. Quando sono stati ritrovati, hanno creduto che lo spettro di perdere per sempre i propri figli si fosse allontanato. Poi le autorità thai hanno spiegato loro che sarebbe servito del tempo tirarli fuori. E non sarebbe stato semplice. Domenica mattina è partita la missione per fare uscire i primi quattro e la lotteria è stata duplice. Inevitabilmente c'è stata una scelta su chi portare via subito. Vincerla, poteva essere anche una maledizione perché nessuno sapeva se quel tipo di piano si sarebbe rilevato efficace. Al termine della giornata di domenica, però, con quattro calciatori in ospedale ma salvi, altrettante famiglie sono uscite dalla stanza dell'ansia ed entrate in quella della gioia. Ma senza saperlo, inizialmente. Il governatore di Chiang Rai ha scelto di non diffondere i nomi, perché non vi fossero contraccolpi psicologici nei familiari di chi era ancora sotto. Certo, i nomi, ufficiosamente, anche nei media thai e tra la gente, sono circolati. Ieri, con l'uscita degli altri quattro, il livello di riservatezza sui nomi è stato aumentato.


Ma possibile che ai familiari sia proibito di abbracciare i ragazzi che non vedono dal 23 giugno e che hanno temuto di avere perso per sempre? I medici dell'ospedale di Chiang Rai, dove all'ottavo piano sono ricoverati e posti sotto osservazione costante gli otto calciatori, hanno spiegato che è necessario un periodo di quarantena. «Gli otto ragazzi recuperati saranno tenuti lontano dai genitori per un po' di tempo, siamo preoccupati per le possibili infezioni», ha detto il governatore Osatanakorn. Ora i dirigenti dell'ospedale hanno completato il piano per consentire ai genitori di vedere i ragazzi «a distanza, attraverso il vetro». «Ai genitori abbiamo spiegato che non ci sarà nessun abbraccio o contatto fino a quando i risultati delle analisi del sangue non saranno rassicuranti» ha concluso il governatore di Chiang Rai. Ma è chiaro che ora non ci sono più dubbi, tra i parenti, su chi sia già fuori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino