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Il meccanismo più facile per ripulire soldi “sporchi” è quello di farli girare senza lasciare traccia. Lo sa bene chi - e le ultime operazioni delle forze dell’ordine l’hanno cristallizzato - per anni “ripuliva” gli introiti del traffico internazionale di stupefacenti controllando ristoranti, pasticcerie, panetterie. E pure se dietro non ci fosse il grande sistema o la maglia fitta delle organizzazioni criminali più strutturate c’è da porsi qualche domanda quando si leggono gli annunci di molte concessionarie di veicoli a noleggio che puntano dritto al cliente con un invito semplice: «puoi pagare anche in contanti». Maglie larghissime quelle del nolo che hanno permesso a un gruppo di youtuber ventenni di scorrazzare su una Lamborghini Urus affittando il suv da una concessionaria che permette il pagamento senza carta di credito. Un invito diretto, accattivante pure per i ragazzini con la patente in tasca da poco.
Questo un dato cui segue una riflessione: i pagamenti “cash” coprono altro denaro, si mischiano con quest’ultimo e vallo a ritrovare il nodo iniziale della matassa. E chi è che gestisce queste realtà che non hanno nulla a che vedere con le società internazionali leader nel settore dell’autonoleggio, che può contare su rimesse molto spesso con veicoli ben più preziosi delle semplici utilitarie? Concessionarie che sorgono negli angoli più sperduti delle periferie romane: si può dare per certo che sia solo per una questione di “spazio”? Domande che le forze dell’ordine si pongono da tempo al fine di isolare titolari reali che non siano prestanome o “teste di legno” e poter escludere - o al contrario accertare - che non siano delle “lavanderie” al servizio della mala. Più o meno organizzata.
GLI ARRESTI
Di certo, c’è il dato - tangibile - su quello che con le automobili a noleggio si può fare e si fa, arresti alla mano. A febbraio scorso gli agenti di polizia dell’anticrimine del commissariato di Marino hanno arrestato un 33enne italiano (figlio di un vecchio nome altisonante della banda della Marranella) che noleggiava automobili varie per spacciare droga fra i piccoli Comuni dei Castelli Romani. Ad Anzio i carabinieri hanno fermato durante un controllo un baby-pusher che guidava un’auto sempre presa a noleggio.
LE OPERAZIONI
Ancora: ad aprile i carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 15 persone - tra italiani, bengalesi, romeni e tunisini - accusati di traffico illecito di sostanze stupefacenti con base logistica tra il Pigneto e Torpignattara. Tra gli arrestati figurava Flavio Messina, già finito al centro dell’inchiesta “Lucifero” (2017) con la quale fu smantellata una rete attiva all’Infernetto. Le modalità usate? Telefoni come “citofoni” ma anche auto a noleggio. E noleggiate da chi? Con loro faceva affari anche Giovanni Princi, l’amico di Luca Sacchi, il personal trainer ucciso all’Appio da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino. Post scriptum: quest’ultimo, la sera del delitto di Sacchi, guidava una Smart presa a noleggio. Da ultimo il delitto del caporalmaggiore Danilo Pipitone è stato risolto, con l’arresto dell’uomo accusato poi dell’omicidio, rintracciando un’auto noleggiata da un suo amico. Strane coincidenze, per chi crede al caso.
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