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«È pur sempre mio fratello, gli vorrò sempre bene però paghi il giusto per quello che ha fatto. Ha bisogno di fare gli anni negli istituti dove può essere aiutato. Non chiediamo sconti, crediamo nella giustizia». Lo ha detto il fratello di uno dei due indagati per l'omicidio di Thomas Luciani al Tg1. «Ora devo fare i conti con la ferocia e l'indifferenza di cui parlano le indagini - ha aggiunto il giovane - io ho pianto per Thomas, a me e alla mia famiglia dispiace innanzitutto per Thomas perché lui non c'è più. Da domenica sto vivendo l'inferno. Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare».
La foto dopo il delitto
Arrivano anche altri dettagli sull'omicidio. Foto in spiaggia, con pugno sul petto e atteggiamento fiero. È quella trovata sul telefono di uno dei due 16enni fermati, scattata alle 18.21 di domenica, poco dopo il delitto nel parco. Lo smartphone in questione fa parte del materiale sottoposto a sequestro. L'immagine è allegata al decreto di fermo della Procura presso il Tribunale per i Minorenni dell'Aquila.
Il testimone: «Tutti sapevano»
«Io sono rimasto attonito e non ho avuto la forza di reagire, quando poi ci siamo ricongiunti al resto del gruppo tutti hanno saputo cosa era successo perché io, giunto per primo, l'ho raccontato. Nonostante l'accaduto siamo andati al mare a fare il bagno». È uno dei passaggi della testimonianza del 16enne che ha lanciato l'allarme dopo l'omicidio Thomas, contenuta nel decreto di fermo della Procura presso il Tribunale per i Minorenni dell'Aquila. Il ragazzo, dopo il bagno al mare, una volta a casa, presumibilmente tre o quattro ore dopo i fatti, ha raccontato tutto ai genitori, facendo scoprire l'accaduto. «Io non ho reagito in alcun modo - ha detto ancora il giovane - Christopher faceva dei versi quasi di morte e loro gli dicevano di stare zitto. Lui era a terra, con una gamba accavallata all'altra, ripiegato per terra, esposto ai colpi sul fianco destro». E ancora: «Io ero davvero frastornato ed ho capito che non era qualcosa che potessi tenere per me e quindi ne ho parlato» con il padre, che poi ha lanciato l'allarme. Durante l'interrogatorio il giovane ha anche mostrato lo scambio di messaggi con un altro ragazzo del gruppo, in cui «si parla della necessità di denunciare l'accaduto». Il testimone chiave del delitto, ha raccontato l'amico durante la testimonianza, una volta uscito dalla vegetazione «era completamente giallo in viso e sembrava stesse per finire». «Mi accorgo che è completamente scioccato», ha raccontato un altro giovane del gruppo, ascoltato dagli inquirenti. «Gli chiediamo che cosa sia successo e lui ci dice 'è morto'. Dopo poco escono dal vicolo» anche i due ragazzi sottoposti a fermo, «non ricordo le parole precise che hanno detto. Ci hanno fatto capire che è morto e che lo avevano accoltellato».
L'autopsia
Sarà conferito domani mattina, al medico legale Cristian D'Ovidio, l'incarico per l'autopsia sul corpo di di Thomas. L'esame autoptico sarà determinante per chiarire ulteriormente la dinamica dei fatti e per appurare cause e tempi della morte del giovane. Intanto, nelle prossime ore si terrà la convalida del fermo dei due 16enni ritenuti responsabile dell'omicidio. Attualmente i due ragazzi si trovano nei centri di prima accoglienza dell'Aquila e di Roma.
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Il Mattino