Niente governissimi. La linea di Forza Italia quella era e quella resta ed è la linea che stamane Silvio Berlusconi illustrerà a Mattarella. Il Cavaliere...
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Berlusconi è l'unico leader dei maggiori partiti a salire al Colle per questo giro di consultazioni. Da Mattarella, ieri, non è andato Matteo Salvini, non ci andranno oggi né Beppe Grillo né Matteo Renzi. Dietro la scelta del Cavaliere c'è una doppia lettura: da una parte, la rivendicazione di un ruolo e di una leadership, la possibilità di giocare da protagonista dopo l'onta della decadenza; dall'altra, la consapevolezza che le trattative delicate vanno seguite in prima persona. E quella di queste ore è sicuramente una trattativa delicata. La Lega ieri è stata chiarissima. «Non ci interessa la legge elettorale. Basta che si voti il prima possibile», ha precisato il vicesegretario Giancarlo Giorgetti al termine delle consultazioni. Giorgia Meloni ha più o meno ribadito gli stessi concetti: «Si può votare a marzo, una nuova legge elettorale può essere approvata in poche settimane». Insomma, l'asse Lega-Fdi regge, ed è un asse che si oppone drasticamente a un reincarico a Renzi e che prova a condizionare Forza Italia. «Suggerisco a Berlusconi di non compiere passi del genere», ha aggiunto Giorgetti, riferendosi all'ipotesi che il Cavaliere possa sostenere un governo guidato da Paolo Gentiloni. Sia la Lega che Fdi hanno anche avvertito che «senza una data certa» delle elezioni «chiameremo gli italiani in piazza per una mobilitazione». La Meloni ha anche indicato una data possibile: il 22 gennaio.
Berlusconi deve muoversi dentro questo scenario. A Mattarella il leader di Forza Italia dirà non solo che è contrario a un Renzi bis ma che non ha intenzione di fare la stampella a nessun governo, a prescindere dai nomi. E fin qui, la linea è comune a quella interpretata da Lega e Fdi. La differenza, invece, sta nel fatto che Forza Italia assicurerà una «opposizione responsabile», svincolandosi da eventuali manifestazioni di piazza, semmai aprendo al confronto sulla legge elettorale. Una linea che ieri ha confermato Maurizio Gasparri. «Nessuna mano tesa al Pd e mai in maggioranza - ha detto - ma ribadiamo la disponibilità al confronto esclusivamente sulla legge elettorale». Mentre Renato Brunetta ha aggiunto: «Prima della sentenza della Consulta del 24 gennaio è bene non fare assolutamente nulla». L'indicazione appare chiara: Forza Italia vuole le elezioni, ma senza la fretta eccessiva proclamata da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. «Se andiamo al voto anticipato - osserva realisticamente uno dei senatori del partito - siamo morti, perché è evidente che non siamo pronti e la coalizione non c'è. Ma siamo morti anche se andiamo al governo, perché non la reggiamo. Rompiamo con gli alleati e per cosa?».
La legge elettorale è dunque uno snodo decisivo. E anche di questo, stamane, Berlusconi accennerà al capo dello Stato. L'idea di Forza Italia è di modificare l'Italicum in senso proporzionale, come ha più volte ripetuto nei giorni scorsi Brunetta. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino